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secolo nel contesto delle lotte antimusulmane che porteranno alla completa
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eliminazione dei Musulmani dalla Sicilia . Fra i casali disabitati si fa
menzione anche del casale Scupelli attestato anche con con il toponimo di
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‘ śqȗbul da Yâqȗt . Il casale, denominato a partire dall’età normanna con
il toponimo Scoupellos, verrà concesso assieme al feudo nel 1097 dal conte
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Ruggero al Monastero di S. Maria in Boico . Dopo varie vicende riportate
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dalla documentazione , il casale verrà infine concesso ai coloni latini (così
come probabilmente era successo per la stessa Erice), in seguito costretti ad
abbandonare il feudo a causa dei contrasti con la popolazione autoctona
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musulmana .
Sulla costa Nord, oltre a Scopello, in età normanna è attestato anche
l’abitato fortificato di al-Madāriǧ che rappresentò il principale sbocco al
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mare di una vasta area agricola dell’entroterra (Fig. 140). Nel 1150 Idrisi,
662 Le rivolte dei Musulmani del Val di Mazara durate per circa un ventennio culminarono in un
aspro confronto bellico con l’imperatore Federico II che per ristabilire l’ordine normanno nel territorio sarà
costretto a soffocare la resistenza presso alcuni centri della Sicilia occidentale. Fra i centri di una probabile
resistenza, (sulla base delle indagini archeologiche) rientrerebbero Calatabarbaro, Calathamet e Jato
distrutta nel 1123. Sull’argomento vd., AMARI 1868, III, pp. 591-597 e pp. 618-620; PESEZ 1995, p.189.
MAURICI 1987, pp.25-51.
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Yâqȗt, in Blib. ar. sic., I, p.181: “‘ śqȗbul città su la costiera di Sicilia”.
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CUSA 1868-1882, I, p.5 e 697; sulle ricerche storico-archeologiche vd., INTERNICOLA-CORSO
1993, pp.161-187, D’ANGELO 1981, pp. 65-70.
665 Il feudo verrà concesso nel 1220 (ad eccezione della tonnara e del porto) alla chiesa di S. Maria
dell’Ammiraglio a Palermo; vd., PIRRI 1733, II, p.889.
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Gli immigrati lombardi terranno il feudo fino al 1237 quando ottengono da Federico II una
concessione per poter lasciare Scopello (a causa di contrasti con la popolazione araba del luogo insediatasi
probabilmente presso le alture di Visicari) ed occupare la terra di Corleone; vd., AMARI 1886, I, p.204, nota
1; D’ANGELO 1981, p. 65.
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Il toponimo al-Madāriǧ, tradotto dall’Amari con “gli scalini”, potrebbe evidenziare il
collegamento tra l’abitato fortificato munito di un fortilizio ed il polo commerciale, costituito dalla tonnara
e da magazzini e piccoli cantieri; fino al secolo scorso infatti era presente presso il centro storico una
scalinata medievale (attualemente ricostruita) sovrastata da un ponte in muratura (che sostituì quello ligneo)
che collegava la cittadella fortificata alla terraferma. Le scale della marina formano un percorso articolato
che mette in collegamento la marina attuale, (sede dell’antico porto) ed il borgo medievale sovrastante ad
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