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luogo di terminale dei collegamenti commerciali fra l’Egitto, la Tunisia e la

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               Sicilia . Sulla base di queste testimonianze, si potrebbe ritenere inoltre che
               a  partire  dal  X  secolo  una  serie  di  lavori  di  ampliamento  interessarono  il

               porto commerciale. Per la sua rilevanza strategica, la città divenne uno dei

               centri più attivi nel commercio con l’Africa del Nord nonché meta prediletta

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               delle  varie  flotte  musulmane  e  bizantine  nel  X  secolo .  La  posizione
               geografica  ed  i  commerci  ad  essa  relativi,  rappresenterebbero,  in  questo

               caso,    la  base  fondamentale  di  uno  sviluppo  urbano  e  sociale.  A  questo

               periodo  potrebbe  infine  risalire  una  prima  edificazione  del  sistema

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               difensivo . È probabile che il porto fu la base principale per la creazione di
               numerose  industrie  per  la  lavorazione  e  produzione  di  prodotti  artigianali.

               Alcuni  sondaggi  preventivi  connessi  alla  costruzione  di  un  parcheggio

               all’interno  del  centro  urbano,  hanno  permesso  di  rilevare  in  via  T.  G.

               Romano  (in  corrispondenza  con  i  margini  nordorientali  della  città

               medievale)  una consistente area nel terreno che è stata interpretata come la

               discarica di una officina che produceva ceramiche fini destinate alla mensa.

               Sulla base di numerosi confronti tipologici questa discarica è stata datata tra

               la  seconda  metà  del  X  e  l’XI  secolo.  Gli  scarti  di  ceramica  rinvenuti,

               risultano  di  notevole  interesse  in  quanto  ci  permettono  di  individuare  le

               diverse fasi di lavorazione degli oggetti (Fig. 102). La tecnica più utilizzata

               impiegata  per  la  realizzazione  delle  ceramiche  da  mensa  è  quella  della


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                         GOITEN 1967, p.102; 215; 218; 226; 230; GOITEN 1971, p. 10.
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                      506  ′Ibn Ḫaldȗn, in Blib. ar. sic., II, p.189: “ Quando  Ubayd ′Allâh ′al Mahdȋ occupò l’Affrica,
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               [propria] e questa gli si sottomesse, ei propose degli  amil alle province di quella regione e [tra gli altri]
               inviò nell’isola di Sicilia ′Al Ḥasan ′ibn ′Aḥmad ′ibn ′abȋ Ḫinzȋr, uno dei principali [della tribù berbera] di
               Kutâmah. Il quale arrivato in Mazara allo scorcio dell’anno novasntasette (20 sett. 909- 8 sett. 910)…”;
               ′Ibn ′al ′Aṯȋr, in Blib. ar. sic., I, p.415: “ Entrato l’anno ventisette (29 ott. 938-17 ott. 939) si ribellarono da
               Ḫalȋl, ad istigazione dei Girgentini, tutte le castella [musulmane dell’isola] ed anche il popolo di Mazara.
               Mandarono  gualdane  [per  le  campagne],  e  vennero  a  tal  [furore  e  disperazione]  che  scrissero  al  re  di
               Costantinopoli chidendogli aiuto. Il quale lor mandò navi cariche di soldati e di vettovaglie…”
                      507  ′Al-Muqaddasî in Blib. ar. sic., II, pp.669.


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