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costruttivo, secondo un processo tipico delle comunità medio-piccole.
All’interno d’ogni singola abitazione, è presente in uno o due angoli una
panchina rialzata rispetto al suolo, la stessa tipologia è stata rinvenuta nel
villaggio arabo normanno della villa del Casale di Piazza Armerina.
Al contrario, le caratteristiche degli edifici di epoca normanna, opere
probabilmente di maestranze specializzate, è chiaramente indicativo di una
committenza signorile che intervenne nelle scelte del cantiere ed
economicamente presuppose una maggiore disponibilità di mezzi.
La tipologia di base, delle abitazioni del periodo musulmano ( X-XI
secolo) vicino al castello, nonostante le loro piante siano scarsamente
leggibili sono state attribuite, anche se ipoteticamente, al tipo a corte 694 .
Queste abitazioni, presentano forti analogie con diverse case del villaggio di
Calatabarbaro, sia per l’organizzazione degli spazi interni, che per la
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tipologia edilizia .
Inoltre, l’edificio 3 è molto affine al lungo ambiente lastricato dell’area
vicino alla moschea di Calatabarbaro e ad alcuni edifici dell’area 1000. La
funzione di questo grande vano (edificio 3), nella fase islamica, non è
ricostruibile sulla base dei dati stratigrafici, ma si può pensare ad una stalla,
magazzino con una volontà di difesa e separazione dal resto dell’abitato.
Durante il XIII secolo ( prima metà?) un incendio distrugge l’ingresso
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del castello, la chiesa e parzialmente la torre . L’incendio costituisce un
eccellente terminus ante quem per una serie di trasformazioni strutturali che
hanno interessato il castello, fino a modificarne l’organizzazione e quindi il
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modo d’occupazione .
694 POISSON 1990, pp.199-205.
695 MOLINARI 1997, p.110.
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PESEZ 1995, p.189.
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Le trasformazioni più interessanti riguardano l’accesso al castello. Lo spazio trapezoidale,
compreso fra il palazzo, l’edificio 3 e la chiesa, è stato obliterato e munito di copertura. Queste
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