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Il sito di Calathamet, dopo aver subito l’incendio, venne frequentato
sporadicamente: la chiesa venne abbandonata, mentre il palazzo in gran parte
deteriorato conservò soltanto in parte la sua funzione militare, come
testimonierebbero alcuni ritrovamenti di armi e un equipaggiamento
destinato ai cavalieri. È stato ipotizzato che Calathamet, come Monte Iato,
sia servito da rifugio e punto d’appoggio alla resistenza musulmana.
L’incendio che segna la fine di questa occupazione potrebbe attribuirsi alle
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lotte antimusulmane condotte da Federico II .
Più ad Ovest, nelle vicinanze di quest’ultimo sito, presso l’attuale
territorio del Comune di Alcamo si riscontrano vari abitati medievali
(Fig.146). Dai documenti superstiti, nonché dalle ricognizioni archeologiche
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di superficie , siamo a conoscenza che questa porzione di territorio
durante l’età normanna era caratterizzata sia da vari casali in cui risiedeva
gran parte della popolazione musulmana dedita allo sfruttamento della
campagna, che da alcuni borghi medievali particolarmente inaccessibili
c
come Calatubo (Qal at 'Awbì ovvero il castello di Awbì), sorto su di un
pianoro scosceso a poca distanza dal mare e caratterizzato da una lunga
frequentazione ascrivibile ad un periodo compreso fra l’antichità ed il tardo-
700
medioevo (Figg. 150; 151).
sistemazioni, potrebbero essere la conseguenza della distruzione di diversi edifici del castello.
Nell’ambiente ricavato, fu in seguito costruito un forno per il pane di forma circolare con le pareti fatte di
tegole tonde accatastate, mentre per la suola del forno, vennero reimpiegati i mattoni della chiesa. Si
tratterebbe di un’occupazione rozza, provvista di sommarie sistemazioni e datata complessivamente dal
XIII alla metà del XIV secolo; vd., PESEZ 1995, p.189.
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PESEZ 1995, p.189.
699 Le ricognizioni di superficie sono state effettuate da Antonio Filippi; vd., FILIPPI 1996.
700 AMICO I, p. 195; BARBERI 1879-1888, III, pp. 389-390; Bibliografia Topografica, V, pp. 104-
105; CARACAUSI 1993,I, p. 240; Castelli medievali 2001, pp. 425-427; D'ANGELO 1977; DI LIBERTO 1998;
GIUSTOLISI 1985, pp. 78-80; MAURICI 1992, p. 269; PERI 1953-56, I, pp. 183-184; REGINA 1985; SCUDERI
1978, pp. 10-11.
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