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loro frequentazione e per l’importanza delle decorazioni pittoriche collocano

               Lilibeo subito dietro a Siracusa per l’importanza del patrimonio archeologico

               paleocristiano  in  Sicilia.  Le  catacombe,  che  già  dal  periodo  punico  e

               repubblicano  romano  si  estendevano  a  NE  della  città  fuori  l’abitato

               fortificato, (extra moenia) sono caratterizzate da ipogei di forma rettangolare

               e quadrata che presentano riadattamenti dettati da nuove esigenze di culto

               riferibili all’età imperiale e tardo antica. Le sepolture che raramente hanno

               restituito  un  corredo,  erano  provvisti  di  una  copertura    caratterizzata  da

               lastroni tufacei intonacati, mentre al loro interno erano rivestiti da mattoni,

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               talvolta  provvisti  di  bollo .  Le  tombe  di  questo  tipo,  o  erano  talvolta
               provviste di corredo o di un unico oggetto, generalmente una tazza acroma

                                                                                       149
               catenata o a bordo pendulo, databile fra il IV e il V secolo d.C. . Nel 1989,
               è  stato  scoperto  un  nuovo  ipogeo  extra  moenia  lungo  la  direttrice  che

               collegava la città antica a Drepanum, (attuale corso Gramsci) caratterizzato

               da  tre  catacombe  che  hanno  restituito  varie  lucerne  prodotte  da  officine



               dei  cimiteri  ipogei  fu  eseguita  in  seguito  dall’archeologo  tedesco  Führer,  i  cui  dati,  furono  pubblicati  a
               Berlino da Schultz nel 1907. Il volume, intitolato Die altchristlichen Grabstätten Siziliens, rimane, tuttora,
               unica fonte di indagini archeologiche sistematiche delle aree cimiteriali di età tardo antica. Nonostante le
               numerosi devastazioni, i complessi catacombali vennero nuovamente riscoperti soltanto a partire dagli anni

               sessanta del XX secolo da  Giuseppe Agosta, mentre altre nuove indagini e scoperte archeologiche sono
               state effettuate da Carmela Angela Di Stefano fra gli anni settanta ed ottanta del secolo scorso. Nel 1989 è
               stata rinvenuta presso corso Gramsci un’altra piccola catacomba che ha restituito lucerne africane datate fra
               la  fine  del  II  e  gli  inizi  del  IV  secolo  d.C.  Attualmente  si  conoscono  ben  undici  piccoli  complessi
               catacombali: Latomia dei Niccolini; Latomia di Santa Maria della Grotta; Vigna Sparla; vicolo Evangelista
               Pace;  Corso  Gramsci;  Ipogeo  Crispia  Salvia;  Via  Marettimo;  Conigliera;  Ipogeo  del  Bastione  di  San

               Francesco, Grotte della Sibilla; Tombe sub divo Capo Boeo. Sulle catacombe, in ordine cronologico vd.,
               SHUBRING,  1866,  pp.  75-79;  SALINAS  1886;  HOLM  1896-1901,  pp.  266-267;  FÜHRER-  SCHULTZE  1907,
               p.239-240;  PACE  1936-1949,  II,  p.188;  AGOSTA  1976;  DI  STEFANO  1982-83,  p.357;  BONACASA  CARRA
               1993-94,  pp. 1465-1467, GIGLIO 2002, pp.355-374; MAURICI 2005, pp.107-148.
                      148   La  parte  interna  rivestita  di  mattoni  talvolta  provvisti  di  bollo  tecante  la  dicitura  NOTIUS,
               mentre altri bolli sono stati rinvenuti su mattoni di copertura di tombe a cappuccina recante CL. MARCI;
               vd. DI STEFANO 1982-83, p.357.
                      149  Ibid.,


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