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fra la fine del IV e gli inizi del V secolo d.C., l’area del decumano inizia ad

                   avere un uso funerario. Questa datazione è avvalorata dal ritrovamento di un

                   tesoretto  monetale  e  da  un  epigrafe  pubblica.  Le  monete  rinvenute,  che

                   facevano parte di un gruzzolo domestico erano in circolazione fra la fine del

                                                                                           158
                   IV e gli inizi del V secolo e sono attualmente  in corso di studio .  Nel 2008
                   è stata rinvenuta presso il  decumanus maximus  una lastra frammentaria di

                                                                           159
                   calcare  iscritta  datata  alla  metà  del  IV  secolo .    Si  tratta  dell’angolo
                   inferiore sinistro di una epigrafe pubblica. L’iscrizione riporta: ISTANTE FL

                   (avio) VALERIANO D[UCENARIO-] PUBLIC. L’iscrizione, che presenta il

                   nome di un funzionario imperiale ducenarius, Flavius Valerius, preposto alla

                   posta  imperiale,  (cursus  publicus)  farebbe  parte  di  una  serie  di  diciture

                   relative  a  miglioramenti  edilizi  cittadini  connesse  al  cursus  publicus,  in

                   quanto  sempre  in  Sicilia  occidentale  presso  l’odierna  Sciacca,  (antiche

                   Thermae  Selinuntinae),  decenni  or  sono,  venne  recuperata  una  epigrafe

                                                                                                    160
                   riportante lo stesso personaggio ISTANTE FL(avio)/ VALERIANO DUCENARIO .
                          Dai dati sopra elencati si attesta una certa continuità di vita della città

                   almeno fino alla metà del V secolo d.C. quando questa nuova fase edilizia

                   tardoantica  viene  interrotta  da  una  distruzione  violenta  attestata  da  alcune

                                                                                       161
                   unità  stratigrafiche  riportanti  strati  di  crollo  ed  incendio .  Secondo  gli
                   archeologi,  queste  unità  stratigrafiche  in  cui  vi  erano  inglobate  ceramiche

                   africane e anfore del V sec. d.C., nonché alcune monete di Teodosio II, (che

                   attesterebbero a loro volta la vitalità dei commerci con la sponda africana)


                   sarebbero  la  testimonianza  materiale  delle  razzie  effettuate  a  Lilibeo  dai
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                   Vandali  sotto  Genserico .  Questa  teoria  sarebbe  avvalorata  dai



                          158  GIGLIO 2010, p. 74.
                          159  ibid.,
                          160
                             CLI X, 7200.
                          161
                             DI STEFANO 1980, p.16.
                          162  Ibid.,


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