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Ignazio E. Buttitta

                  dei miti, delle leggende e dei culti ad esso ispirati o, comunque, connessi»
                  (Tusa, 2009: 17).
    Inscindibili dai saperi e dalle pratiche ergologiche marinare si porgono, dun-
que, alla nostra attenzione miti, credenze e riti molteplici. Una profonda religio-
sità, un insieme di prescrizioni, di regole e di comportamenti che trova ragione
nella sfera del sacro, permea la vita dei pescatori. I rischi connessi all’“andar per
mare”, la necessità di uccidere gli esseri viventi che lo popolano e di garantire i
loro cicli riproduttivi per sostenere la propria esistenza e quella della comunità
di appartenenza hanno alimentato un immaginario mitico-cultuale e una pras-
si rituale amplissimi. Osserviamo così il fiorire di leggende di fondazione di
un culto legate al ritrovamento di immagini miracolose consegnate dalle onde,
innumerevoli santi chiamati a benedire il mare, processioni che si svolgono in
prossimità del o sul mare, immagini e oggetti sacri gettati in acqua per placare le
tempeste (Sorgi, 1980; Ranisio, 1990; Maffei, 1987, 1995; I.E. Buttitta, 1995, 2009).
Nonostante le importanti innovazioni tecnologiche e le trasformazioni delle mo-
dalità di pesca, questo universo di credenze e di pratiche continua a rinnovarsi.
La gran parte, infatti, dei calendari cerimoniali dei paesi costieri e delle isole
minori sono tutt’oggi animati da molteplici feste dedicate a Santi e Madonne la
cui “protezione” è rivolta verso pescatori e marittimi.
    Ho avuto modo di osservare recentemente come la letteratura sui beni im-
materiali attinenti il mondo del mare e della pesca sia assai contenuta: non solo
rispetto ad analoghi temi relativi al mondo contadino, ma anche al ruolo socio-
economico rivestito storicamente in Sicilia dalla pesca, dalla navigazione e dalle
attività correlate (fabbricazione di barche, salatura e inscatolamento del pescato,
commercio marittimo, ecc.) (I.E. Buttitta, 2009). Non esiste, in particolare, una
monografia sulle feste religiose siciliane delle comunità marinare; solo qualche
saggio su rivista, in atti di convegni, in volume prende in esame singole tradi-
zioni o ambiti specifici2. Non può essere questa la sede per discutere le ragioni
di questo fatto, semmai per sollecitare maggiore interesse per un ambito di stu-
di che si presenta particolarmente denso e oggetto di attenzioni, tutt’altro che
neutre, da parte degli attori delle Istituzioni e del mercato «turistico-culturale»
(Simonicca, 2004; Rami Ceci, 2005). È necessario riflettere in special modo sulle
tradizioni festive dei borghi marinari e sul loro potenziale ruolo di attrattori,
cioè di qualificanti elementi di “corredo” alla vocazione balneare di molti di

2  Solo di recente grazie a un’iniziativa della Fondazione Ignazio Buttitta sostenuta dalla So-
printendenza del Mare della Regione Siciliana è stato avviato un lavoro di ricognizione siste-
matica delle feste dei paesi costieri. Primi esiti di questo lavoro sono stati il volume a cura di I.
E. Buttitta e M. E. Palmisano, op. cit., e il DVD, Santi a mare. Ritualità e devozione nelle comunità
costiere in Sicilia (a cura di M. E. Palmisano, per la regia di M. Tagliavia, Palermo, Gardenia -
Soprintendenza del Mare, 2009).

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