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Favignana. Tomba a
grotticelle databile tra il
XIII e XII sec. a.C. in
contrada Torretta.
Torretta dove si registra una lunga diacro- conosce in altre zone del Mediterraneo
nia che va dalla preistoria (media età del (dalla Tunisia alla Cappadocia).
bronzo) fino al ’600 della nostra era. L’in- Nella stessa zona registriamo anche la pre-
teresse dell’area, oltre alla sua contestua- senza di tracce di uno stabilimento per
lità, è dato dal forte carattere rupestre del la lavorazione del pesce e di un ninfeo in-
complesso. Si tratta, infatti, di vestigia le- tagliato nella roccia, entrambi di periodo
gate alla lavorazione della pietra e alla romano.
formidabile tradizione che dell’intaglio Ma le presenze archeologiche più intri-
ha fatto una delle principali attività degli ganti per le implicazioni storiche e cultu-
isolani sino al presente. Capire Favignana rali si trovano nelle summenzionate grot-
senza il contatto con ciò che l’uomo ha te del Pozzo, degli Archi e della Stele.
saputo fare della pietra è impossibile. Le Nella prima alcune iscrizioni in fenicio
maestose geometrie delle cave recenti pos- indicano che la cavità era adibita alla pra-
sono ben comprendersi se guardiamo al tica di culti orientali tra il IV ed il I sec.
passato. Ed è proprio nell’area di San Ni- a.C., nella seconda resistono le tracce di
cola-Torretta che ci accorgiamo di quanto una tomba a baldacchino databile ai pri-
millenaria sia questa tradizione d’intaglio mi secoli dell’era cristiana, nella terza è
iniziando dalla preistoria per arrivare fino attestata la presenza di culti cristiani fino
a noi attraverso le varie stagioni dell’ipo- al XIII secolo attraverso una lunga iscri-
geismo fenicio-punico, paleocristiano e ri- zione in neolatino volgare. Ma è singolare
nascimentale. Oggi il degrado vela la rile- accorgerci che alcune cavità, peraltro an-
vanza degli ipogei scavati nella roccia, non cora in uso come ovili, fossero state usate
mettendo in mostra le sapienti articolazio- come luogo di ritrovo in epoca post-me-
ni delle architetture intagliate delle Grot- dievale a giudicare dalla Grotta dello
ta del Pozzo, degli Archi e della Stele. Ma Stemma dove è ancora ben visibile in bas-
si tratta di esempi rilevanti di architettura sorilievo la raffigurazione di un notevole
ipogeica che legano la Sicilia a ciò che si elemento araldico.
Dal quadro desumibile dalle poche infor-
mazioni archeologiche di epoca storica si
deduce una situazione di sensibile inse-
diamento a partire dal tardo periodo elle-
nistico che si intensifica in epoca romana,
quando anche la più lontana delle Egadi
– Marettimo – ci riserva testimonianze
cospicue. I ruderi delle cosiddette “Case
romane” di Marettimo, site nei pressi di
quello che possiamo considerare un vero
e proprio gioiello di architettura religio-
sa bizantina che è la chiesetta annessa,
permettono di interpretare la presenza in
quest’isola di un insediamento a carattere
militare che diviene anche struttura pro-
duttiva a carattere rurale.
Contestualizzare ciò che abbiamo rinve-
nuto in mare non significa soltanto met-
terlo in rete con quanto nello stesso arci-
pelago delle Egadi si conosce di archeolo-
Sebastiano Tusa 58