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Museo Archeologico
           Regionale di Baglio
           Anselmi, Marsala. I resti
           della “nave punica”
           (foto Fondoo ORAO).
                               quasi sempre attraversato da correnti vio-  avere costituito luogo di ricovero per altri
                               lente e da venti che si alzano in pochissi-  gruppi di navi costituenti la flotta roma-
                               mo tempo determinando immediate con-     na, si conferma definitivamente l’ipotesi
                               dizioni di mare mosso e pericoloso.      che una delle basi principali per la sortita
                               Pertanto non si trova altra motivazione  romana fu proprio la costa orientale di
                               per giustificare la presenza di così tante  Levanzo. E riceve maggiore vigore l’ipo-
                               ancore in questa zona se non con un’ipo-  tesi che la rotta seguita dalle navi cartagi-
                               tesi di tipo strategico-bellico. Non può  nesi fosse stata a Nord di Levanzo e non
                               non venire in mente, a tal proposito, quel  attraverso il canale di Favignana-Levanzo.
                               giorno del 10 marzo del 241 a.C., quan-  Del resto la flotta aveva come scopo quel-
                               do la flotta romana si nascose per poi sfer-  lo di portare aiuto alla guarnigione puni-
                               rare l’agguato mortale alla flotta cartagi-  ca asserragliata a Erice cui, come abbiamo
                               nese che proveniva da Marettimo ed an-   dimostrato precedentemente, non si po-
                               dava verso la costa ericina.             teva accedere dal sito dell’attuale Trapani
                               Dal punto in questione è possibile con-  (Drepanum), bensì dal lato di Valderice-
                               trollare lo spazio di mare tra Marettimo e  Bonagia (scalo di Crocifissello e fortezza
                               le altre due isole Egadi, essendo in posi-  di San Matteo tenute dai Cartaginesi).
                               zione nascosta, poiché protetta dalla mo-  Pertanto risulta più logico che la flotta
                               le della stessa Levanzo, rispetto a chi vie-  cartaginese si dirigesse verso Bonagia dop-
                               ne da Ovest, nonché in ottima posizione  piando a Nord il Capo Grosso dove, astu-
                               per tentare un agguato sia se la flotta car-  tamente, si nascosero le navi romane cui
                               taginese avesse tentato la via a Nord di  si riferiscono le ancore oggi identificate.
                               Levanzo (più probabile) che quella meri-  Quanto dedotto circa la zona di ancorag-
                               dionale attraversando il canale tra Levan-  gio della flotta romana e la conseguente
                               zo e Favignana.                          area dello scontro tra le due flotte, se ri-
                               In conclusione, questo rinvenimento ri-  solve alcuni dei quesiti storici a proposito
                               veste carattere di eccezionalità poiché co-  della battaglia, non risponde alla doman-
                               stituisce la tanto attesa risposta a uno dei  da che da più parti viene avanzata circa la
                               quesiti tra i più trattati riguardanti la pri-  localizzazione del supposto fondale ove ri-
                               ma guerra punica. Cioè la definizione del  posino le navi affondate. Ma a questa do-
                               punto di partenza della flotta romana per  manda avevamo già risposto in preceden-
                               l’agguato ai Cartaginesi. Senza voler esclu-  za ricordando che per due fattori appare
                               dere che anche altri siti coperti possano  impossibile rinvenire un vero e proprio
                                                                        cimitero di navi affondate. Per un verso,
                                                                        infatti, il numero delle navi perdute nel
                                                                        conflitto è modesto: appena 62. Inoltre,
                                                                        data la conformazione del campo di bat-
                                                                        taglia e il cambiamento della direzione del
                                                                        vento nel corso della stessa, nonché delle
                                                                        forti correnti che attraversano questo ma-
                                                                        re, è certo che le imbarcazioni distrutte
                                                                        siano affondate dopo più o meno lunghe
                                                                        derive, dirigendosi lontano dal punto del-
                                                                        lo scontro che dovette avvenire, come ab-
                                                                        biamo dimostrato, a Nord di Levanzo.
                                                                        Del resto la ben nota “nave punica” recu-
                                                                        perata negli anni ’60 e ’70 da Honor Frost




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