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legamenti fra Erice e Drepanum. Nell’a- dove la realizzazione di uno spartifuoco
rea del terrazzo di quota m 410 e soprat- ha distrutto il muro, s’individuano alcuni
tutto lungo il pendio orientale e meridio- frammenti ceramici pertinenti a vasella-
nale sono stati individuati numerosi fram- me di tipo greco-italico e a vernice nera
menti ceramici e una palla di balista in riferibili al III sec. a.C.
pietra calcarea. La ceramica è rappresenta- Dalla contrada Pietragrande il percorso
ta da frammenti di anfore del tipo greco- della contromuraglia prosegue verso nord
italico e da vasellame a vernice nera data- per circa 800 metri. In questo tratto il
bile intorno al III sec. a.C. muro supera due profondi canaloni giun-
Le fortificazioni di Rocche del Calderaio gendo nella contrada Grangi e proseguen-
rappresentano soltanto l’estremità meri- do fino al di sotto dello stretto tornante
dionale di un sistema difensivo più com- della strada provinciale che sale da Trapa-
plesso che cingeva il monte Erice a mez- ni a Erice. Qui la contromuraglia piega
zacosta. Sul lato nord-ovest, il possente verso nord-est salendo sino alla fontana
muro della fortezza si lega a una muraglia Chiaramusta. In prossimità dell’antica
che a prima vista appare di più recente fontana si trovano i resti, parzialmente in-
fattura, costruita con piccoli blocchetti di terrati, di una struttura a pianta quadra-
calcare e con uno spessore di m 0,90. Il ta, simile alle torri di Pietragrande, pro-
muro è orientato in direzione nord-ovest babilmente la torre descritta da Castrono-
verso il ciglio roccioso che chiude a ovest vo e rilevata poi da Kromaier.
il pianoro di quota m 440, per continua- A circa 700 metri ad est dalla fontana
re poi a nord-est in direzione della con- Chiaramusta, nei pressi dell’incrocio fra
trada Chiaramusta. le strade che portano a Trapani e Valderi-
Sul pianoro di quota m 440, cinti dal mu- ce, è il colle di San Luca. Si tratta di una
ro o contromuraglia, come viene chiama- balza rocciosa, di quota m 623, collegata
ta dagli storici ericini, sono ancora visibili a sud attraverso una sella al sovrastante
i resti della quattrocentesca chiesa di San- pendio della montagna, mentre si pre-
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ta Maria delle Scale , toponimo legato senta circondata sui rimanenti lati da
certamente al passaggio dell’antica e im- scoscesi declivi rocciosi. Il toponimo è ri-
pervia strada di Sant’Anna. ferito alla presenza di una chiesetta rurale
Lungo il percorso della contromuraglia a dedicata a San Luca della quale si sono
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circa Km 1,2 dalle fortificazioni del Cal- perse le tracce . L’area venne indagata al-
deraio, in contrada Pietragrande, si pro- la fine degli anni sessanta da A.M. Bisi
tendono due robuste torri a pianta qua- che vi rinvenne alcuni frammenti cera-
drata di m 5,90 di lato, realizzate con mici di Campana A e un frammento di
grossi blocchi di pietra squadrata utiliz- ansa di una kylix acroma, materiali data-
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zando la stessa tecnica costruttiva dei con- bili al III sec. a.C. Il sito è stato note-
trafforti visti sulle Rocche del Calderaio. volmente sconvolto dall’impianto di una
Immediatamente a nord delle due torri si pineta e dall’edificazione di un caseggia-
nota una discontinuità nel percorso delle to, chiamato localmente Casazza; il mate-
mura. In questo punto doveva, infatti, riale ceramico si concentra maggiormen-
transitare l’antica mulattiera che dalla te sulla piccola spianata sommitale dove
contrada Racanzili, attraverso Martogna però non si individuano tracce di strut-
e la contrada Grangi, saliva a Erice, colle- ture. Nella spianata a nord del colle alcu-
gando la città sul monte alla costa setten- ni tratti di basolato e di muri individua-
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trionale di Trapani . Nell’area circostan- no il punto dove convergevano i due an-
te le due torri, e in particolare nella zona tichi percorsi che da Bonagia e dal Capo
Antonino Filippi 86