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nei pressi della cappella dedicata a Nostro sta a controllo del versante orientale del
Signore, dove s’individuano le tracce di monte e in collegamento visivo con la
solchi di carro scavati nel banco roccioso fortezza di San Matteo. La ceramica che
che si dirigono verso la costa. A ovest del- si rinviene in superficie in quest’area è di
la torre della Tonnara Vecchia, un piccolo chiara tradizione punica come per gli altri
pianoro protetto da basse balze rocciose si siti del versante nord-orientale del monte
presenta interamente ingombro in super- Erice, con frammenti di anfore, soprat-
ficie di pietrame e di resti di tegole e va- tutto anse e orli, del tipo a obice con pa-
sellame. Le ceramiche rinvenute in super- reti verticali e l’estremità superiore tronca
ficie sono rappresentate da frammenti di e ornata da solcature.
anfore puniche dei tipi Manã C e D ri- Sul versante sud-orientale del monte Eri-
trovate anche nella sovrastante vedetta di ce, in contrada Rossello, alla base di un
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San Matteo e presso case Cosenza . So- impluvio che si apre fra le pareti subver-
no presenti, se pur meno numerosi, resti ticali del monte, s’individuano i resti di
di anfore greco-italiche e ceramica a ver- una struttura parzialmente interrata da un
nice nera fra le quali vi è un fondo di accumulo caotico di pietrame. Nell’area
coppetta decorato con motivi floreali a circostante e nella zona a monte, lungo
sette petali, il quale trova confronto con l’impluvio, si trovano numerosi frammen-
un’analoga coppetta ritrovata nel relitto ti ceramici assai erosi per il rotolamento,
di Capitello, presso Filicudi, datato alla fra i quali sono riconoscibili alcuni resti
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prima metà del III sec. a.C. . di anse e un puntale di un’anfora greco-
Lungo le pendici nord-orientali del mon- italica. L’importanza strategica del sito di
te Erice è la contrada Visconti. L’area è contrada Rossello sta nella sua posizione
attraversata da due profondi impluvi che di controllo rispetto alla sottostante an-
scendono verso la sottostante costa di Bo- tica trazzera che da Mazara conduceva sul
nagia. I due valloni creano una sorta di monte Erice. La via tracciata attraverso
promontorio che scende abbastanza ripi- l’impluvio dovette essere stata utilizzata in
damente dai m 500 di quota fino a circa momenti di estrema necessità, come un
m 300 s.l.m., dove si forma un piccolo evento bellico, quando la strada che saliva
pianoro per ridiscendere con balze roc- sul monte era controllata da eventuali as-
ciose fino ai m 50 di quota della pianu- salitori. Si riteneva allora più prudente o
ra di Bonagia. Il piccolo pianoro di quo- necessario inerpicarsi per il canalone che
ta m 300 domina così l’intero versante in ogni caso, se pur in modo difficoltoso,
orientale del monte Erice, dal promonto- conduceva rapidamente sotto le balze roc-
rio di San Matteo fino al Capo della Sca- ciose dove sorgeva il tempio e quindi alla
la e alla collina di San Barnaba. Da que- città.
sto punto è possibile controllare le due
importanti vie che dalla costa salivano ad
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Erice . Conclusioni
Il pianoro si presenta sbarrato da sud-
ovest, dove è più facilmente accessibile, Dalle notizie storiche e dai dati archeolo-
da un possente muro orientato in direzio- gici fin qui esposti, si può comprendere
ne NO/SE. All’interno di quest’area, di come nel corso del III sec. a.C. Erice e il
non oltre 1/4 di ettaro, si trovano i resti suo territorio si trovarono al centro di uno
di una struttura a pianta quadrangolare di quegli avvenimenti, quale fu la prima
costruita con grossi conci di calcare. La guerra punica, che come scrisse il Pais:
struttura, forse i resti di una torre, era po- “per le conseguenze che ne derivarono, se-
89 Le fortificazioni militari sul monte Erice durante la prima guerra punica