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San Matteo e il vicino approdo di Croci- ginese si trovava così, come le fonti stori-
fissello mantennero per lungo tempo il che ci dicono, alle falde del monte men-
controllo del settore nord-orientale del tre quello romano era a mezzacosta, ma su
monte, realizzando così una testa di pon- due versanti opposti. Dopo la conquista
te che cinque anni dopo Amilcare Barca di Amilcare della città di Erice, i Romani
avrebbe utilizzato per la riconquista della rimasero assediati all’interno dell’acropoli
città di Erice; da questa posizione conti- ericina ed è probabile che fu loro possibile
nuarono ad avere il predominio su tutto comunicare con i campi alleati soltanto at-
il litorale trapanese, collegati a ovest alla traverso le scoscese rupi del versante sud-
fortezza di Drepana e a est alla cittadella orientale del monte, dai sentieri del Pe-
posta sulle pendici nord-orientali del trale e di Rossello. Si realizza così lo schie-
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monte Cofano . La libera navigazione dei ramento descritto da Polibio (I, 58): “i
cartaginesi in questo tratto di mare è do- Romani, che tenevano la cima, rimasti as-
cumentata dalla possibilità di Amilcare di sediati, sopportassero e affrontassero ogni
giungere, nel 244 a.C., dall’Ercte (forse pericolo con coraggio ammirevole. Ma
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Monte Pellegrino) fino a Erice senza in- addirittura incredibile era la resistenza dei
contrare alcun ostacolo. Lo sbarco del Cartaginesi, i quali circondati dai nemici
condottiero a XXX stadi da Erice, distan- non potevano essere riforniti facilmente
za che corrisponde perfettamente a quella poiché possedevano un solo posto sul ma-
fra l’approdo di Crocifissello e la città sul re [Crocifissello-San Matteo] e una sola
monte, dovette chiaramente avvenire in via per la quale potevano comunicare con
un luogo sotto il controllo militare carta- esso [ritengo che questa strada sia quella
ginese. Amilcare, inoltre, per sorprendere che da Bonagia transita per Port’Aspra, fra
il presidio romano nella città, dovette sa- San Matteo e Visconti, in direzione di San
lire sulla montagna da una strada control- Luca ed Erice]”.
lata almeno in parte dai suoi uomini. Dalla visione che si ha dei due schiera-
Questa strada non poteva che trovarsi lun- menti si comprendono meglio le moda-
go il versante nord-orientale del monte, lità del lento procedere della battaglia sul
nel tratto che da Bonagia e Crocifissello monte Erice, caratterizzata da apposta-
saliva verso la città di Erice. menti, imboscate, conquiste per tradi-
La situazione militare lungo le pendici del menti e sortite. Non vi fu scontro aperto
monte Erice, in base ai dati storici e ar- in nessun caso, sia perché la morfologia
cheologici, appare così delineata: i Roma- dei luoghi lo impediva, ma soprattutto
ni occupavano il promontorio del Pizzo perché gli schieramenti di uno e dell’altro
Argenteria, l’Egitallo, e con una serie di esercito che si fronteggiavano sull’Erice
postazioni controllavano tutte le vie di ac- avevano sempre la possibilità di rifornirsi
cesso da sud-ovest e da ovest. Da qui asse- di uomini e viveri, nei centri vicini del-
diavano Drepana e avevano facili contatti l’entroterra nel caso dei Romani, prove-
con gli accampamenti posti intorno a Li- nienti con le navi negli approdi costieri
libeo e con Segesta. I Cartaginesi control- per i Cartaginesi. Questa situazione di
lavano la costa, con i presidi di Drepana, stallo è talmente ben delineata nella nar-
Crocifissello e probabilmente monte Co- razione di Polibio (I, 58): infatti lo stori-
fano. Inoltre dal loro campo fortificato sul co di Megalopoli giunge alla conclusione
piano di San Matteo, collegato a serie di che “con la forza paralizzate ed esauste
appostamenti a controllo del versante dai tributi e dalle spese durate si a lungo,
nord-orientale del monte, tenevano d’as- erano divenute quasi insensibili ai colpi
sedio i Romani sull’Erice. Il campo carta- che scambievolmente si davano”.
91 Le fortificazioni militari sul monte Erice durante la prima guerra punica