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probabilmente  in  MAESTIAN(A)E,  F  (ECIT),  o  MAESTIAN  (A)  E,  F

                   (IGLIANAE). Tutte le iscrizioni rinvenute si presentano con caratteri latini in

                   rilievo su una lienea e in cartiglio rettangolare in tutti i casi incompleto. La

                   presenza  dei  bolli  nella  produzione  di  coppi  che  venivano  prodotti  presso

                   l’impianto richiama alla presenza nel territorio della gens dei Maesii Titiani,

                   i cui interessi economici nella Sicilia occidentale sono attestati da altri coppi

                   rinvenuti sempre presso il territorio dell’antica Segesta ed in particolar modo

                   dall’insediamento  di  Sirignano, nonché  dalle  iscrizioni  lapidee  provenienti

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                   da Termini Imerese, Palermo e Lilibeo  (Fig.54).
                          Nella  produzione  delle  fornaci  sono  state  riscontrate  alcuni  tipi  di

                   fistulae,  per  condutture  idriche  e  di  tubuli  “a  siringa”  utilizzate  nella

                   produzione  di  cupule  e  volte  molto  leggere.  La  presenza  di  quest’ultimi

                   manufatti  in  buona  quantità,  denoterebbe  la  specializzazione  dell’officina

                   nella  produzione  di  manufatti  specializzati  per  la  costruzione  di  tecniche

                   edilizie  più raffinate; la maggiore produzione di questi reperti è stata datata

                                                                                                  340
                   fra la seconda metà del II secolo e la prima metà del III secolo d.C. . per
                   questo  periodo  è  stato  attestato  un  ridimensionamento  delle  fornaci

                   riconducibile  a  lavori  di  ristrutturazione  dell’impianto  figulinario.  È

                   verosimile,  quindi,  una  produzione  mirata  a  soddisfare  una  richiesta  di

                   materiale  divenuta  sempre  più  esigente  nel  corso  del  II  –  III  secolo  d.C.,

                   distribuita possibilmente sia lungo la costa Nord della Sicilia occidentale ma

                   anche nell’entroterra segestano e più in generale in Sicilia occidentale.


                          L’ultimo  periodo  di  vita  dell’impianto  figulinario  si  colloca  fra  la
                   seconda metà del IV e la prima metà del V secolo d.C., periodo, in cui a sua


                   volta,  come  analizzato  in  precedenza,  furono  realizzati  lavori  di
                   ristrutturazione  per  una  riqualificazione  delle  fabbriche.  In  quest’ultimo




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                             Sui bolli di costruzione laterizia si rimanda a GONZÁLEZ MURO 2011c, pp.127-140.
                          340  GIORGETTI et al. 2006, pp. 15-17.


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