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denominato nella sua parte iniziale quel corso d’acqua che ancora oggi
attraversa l’agro salemitano e che, con terminologia abbastanza recente, è
stato ribattezzato Fiume Grande. Ai fini della ricostruzione delle
caratteristiche topografiche del centro può risultare di fondamentale
importanza un’altra notizia riportata sempre da Stefano di Bisanzio, che
attinge direttamente a Duride di Samo. Ci racconta della vicinanza di
Halicyai ad un corso d’acqua da cui ha derivato il nome, come del resto
avveniva per altri insediamenti della Sicilia. Gli esempi più noti sono
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Siracusa, Gela, Imera, Selinunte, Alico e molti altri ancora . Proprio
quest’ultimo, l’Alico, interessa particolarmente ai fini della nostra causa. Un
problema sorge dal fatto che anticamente in Sicilia erano due i fiumi così
denominati, uno nella parte orientale, oggi detto Platani ( per molto tempo
confine naturale tra Cartaginesi e Greci ), e uno nei pressi di Salemi.
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Tuttavia, come riporta il Cluverio , gli antichi storici, che pure citano
l’Alico-Platani, non menzionano nessuna città nei suoi pressi.
Come riportato dal Salinas, in contrada San Miceli, presso Salemi,
alla fine del XIX secolo furono ritrovati i resti di una antica basilica
cristiana, con all’interno la presenza di tombe, alcune di esse ricoperte da
iscrizioni. L’edificio presenta una quadrangolare, visto che le dimensioni
stimabili riportate sono di 14,50 x 14,75 metri (Fig.60). La basilica si
presenta orientata da Est verso Ovest ed è divisa in tre navate da una doppia
356 STEFANO DI BISANZIO, 62, 14: “ φησί γὰρ Δοῦρις ότι αι πλεῖσται τῶν Σικελῶν πόλεων ἐκ τῶν
ποταμῶν ỏνομάζονται , Συρακούσας Γέλαν ‘Ιμέραν Σελινοῦντα καὶ Φοινικοῦντα καὶ ’Ερύκην καὶ Καμικόν
‘Αλικύας τε καὶ Θέρμον καὶ Καμαρῖναν , ως καὶ ἐν ’Ιταλία ”. Questo passo ha sicuramente portato il
Cluverio all’erronea identificazione prima esposta, basandosi sul fatto che dal radicale άλς deriva appunto
«Alico», che a sua volta presso i latini suona come «Salso» , cioè salato, da cui il toponimo moderno
Salemi.
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CLUVERIO 1619, I, XVII: “Certe Halycus, urbs nulla memoratur auctoribus, apud
celeberrimum illum amnem Halycum, quem nunc Platani dici, supra ostendi”.
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