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riportano varie descrizioni sulle condizioni di resa imposte ai bizantini
accennando talvolta ad elementi distintivi a noi utili, delle civitates e dei
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castella nel territorio .
La Sicilia occidentale già agli inizi del IX secolo sembra entrare
velocemente a far parte del dominio musulmano. Nell’830, una flotta
indipendente guidata dal berbero Asbagh-ibn-Wekȋl partita da Tortosa sbarcò
in un porto della Sicilia occidentale ( Drepanum o Mazara?) per puntare in
seguito su Mineo; dopo aver sconfitto i bizantini, i Berberi ritornarono
nuovamente ad imbarcarsi in un porto della Sicilia occidentale
(probabilmente Mazara o la stessa Trapani) dopo che molti uomini erano
morti durante una violenta epidemia ed altri si erano sbandati 447 . Aldilà
dell’episodio in questione, si evincerebbe indirettamente che la Sicilia
occidentale (probabilmente il Val di Mazara) già prima della caduta di
Palermo era entrata velocemente nella sfera di appartenenza dei musulmani,
i quali, intraprendevano veloci spostamenti sfruttando verosimilmente
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l’antica rete urbana romano-bizantina della Sicilia occidentale . È da
ritenere, quindi, che la lunga campagna di conquista non abbia arrecato
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distruzioni e abbandoni completi presso gli abitati rupestri e le città
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fortificate della Sicilia occidentale le quali vennero probabilmente
446 Gli storici arabi narrano, gli avvenimenti dei secoli IX-XI, in una terra appartenente al-Maghrib
e decentrata rispetto al cuore dell’Impero musulmano o alla più fiorente Spagna e, senza dubbio, descritta
come ricca di acque, cereali, granaglie, vigneti, canna da zucchero, lino, papiro di buona qualità, legname
utile per la flotta, greggi ed armenti; vd; Blib. ar. sic., 2 voll.
447 AMARI 1854, I, p.290.
UGGERI 1997-98, pp.299-351.
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Le ricognizioni archeologiche effettuate nell’area segestana (TP) hanno evidenziato una totale
assenza di rotture traumatiche nella dislocazione del popolamento rurale in seguito alla conquista islamica
del IX secolo; vd., BERNARDINI et al. 2000, p. 121.
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Nell’840 gli Arabi avevano conquistato nella Sicilia occidentale un castello bizantino in seguito
c
deominato Qal at ‘al ballut (il castello delle querce), da cui deriva l’attuale Caltabellotta. Il castello, in
quanto articolato a varie quote in aderenza con la roccia della montagna, ha determinato l'importanza del
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