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assimilazione delle popolazioni locali con i Musulmani. La Sicilia, appare
dunque nella fase arabo-islamica (forse anche per carenza di fonti) frontiera
più complessa e conservativa di quanto non possano fare pensare gli
entusiasmi degli studiosi che hanno voluto parlare di una felice drastica
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rottura col periodo precedente, ritenuto per lo più periodo di crisi .
Le distruzioni parziali di alcuni centri dovettero esser seguiti da
ricostruzioni nonché da un rafforzamento delle città e da una valorizzazione
degli abitati rupestri. Quest’ultimo dato, come si vedrà a breve, è
strettamente correlato, a nostro avviso, sia alle nuove trasformazioni
apportate dall’immigrazione di popolazioni nordafricani all’agricoltura sia
all’importanza militare che rivestivano i centri fortificati di un territorio in
cui era radicata ormai da tempo la componente culturale tardo-romano-
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bizantina . Nonostante la forte presenza dei Musulmani in Sicilia
occidentale, è da ritenere che le città occupate, presidiate, governate e quindi
in secondo tempo popolate dai musulmani, divennero innanzitutto centri
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È davvero difficile credere che l’impero bizantino abbia abbandonato i suoi sudditi e i suoi
soldati-contadino contribuenti. È piuttosto evidente invece l’ipotesi come abbiamo visto in precedenza, di
un’accentuarsi dei fenomeni di incastellamento già nel corso dell’VIII secolo ad opera dell’impero
bizantino la cui accanita difesa dovette servirsi in primo luogo della rete urbana di origine antica. Per cui, i
musulmani al loro arrivo trovarono un’isola differenziata tra piccoli borghi agricoli e centri incastellati. In
mancanza di dati archeologici ancora certi dovuti ad un’archeologia medievale nel territorio ancora allo
stato embrionale, è opportuno indurre alla prudenza nel formulare giudizi drastici sulle strutture cittadine e
sullo stesso aspetto delle città durante più di tre secoli di appartenenza all’Impero bizantino. La storiografia,
in passato, forse anche sulle testimonianze amariane ha insistito troppo su un immagine di estrema
decadenza e di ruralizzazione delle città siciliane di età bizantina; sulle problematiche relative ai centri
amministrativi di Sicilia in epoca bizantina si rimanda a BELKE 2002, pp. 73-88; D’ANGELO 1976, pp. 381-
38; FASOLI 1959, pp. 392-393; GIUNTA 1987, pp.29-34; GUILLOU 1976, pp. 3-17; MAURICI 2010, pp. 113-
146; KISLINGER 2002, pp.89-104; KISLINGER 2010, pp.147-167.
459 Fino alla seconda metà del X secolo, quando i centri grandi e minori dell’isola perderanno la
loro indipendenza, le antiche città municipali dell’isola dovettero conservare almeno in parte le magistrature
preesistenti; è da ritenere inoltre che i centri tributari dovettero vivere almeno per un periodo limitato di
tempo, da civitates indipendenti mantenendo le istituzioni comunali del periodo bizantino ma assoggettate
militarmente ai musulmani; vd., FASOLI 1959, pp. 392-393.
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