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                   si  potrebbero  aggiungersi  Benefati  presso  Alcamo   e  Salemi,    nonché  i
                   centri fortificati lungo la costa quali Trapani e Mazara (Figg.89-90).

                          Nel Val di Mazara, a differenza della Sicilia orientale, in cui la lingua

                                                                                     469
                   greca  era  parlata  quasi  esclusivamente  in  Val  Demone ,  la  lingua  più
                   parlata era quella araba e la popolazione predominante era costituita da locali

                   e  latini  e  da  arabi  e  berberi.  Quest’ultimo  dato  trova  conferma  nella

                   successiva  documentazione  di  età  normanna,  quando  i  diplomi  verranno

                   redatti in arabo e quelli greci avranno la traduzione in arabo      470 . Il fatto che a

                   partire  dal  X-XI  secolo,  la  popolazione  del  Val  Mazara  fosse  fortemente

                   islamizzata sarebbe inoltre dimostrato, oltre che dai dati archeologici relativi

                   alle sepolture a cui è stata aggiunta l’analisi tipologica e morfologica degli

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                   individui ,  dalle  partecipazioni  delle  città  alle  guerre  civili  scoppiate  tra






                          468  FAZELLO, II, p. 162: “Passato il fiume Crinisio, da man destra, si trova tre miglia lontano e dal
                   mare un monte alto e tutto tagliato intorno, che sempre va aguzzandosi verso la cima nella quale fu già il
                   castello  Alcamo,  edificato  da  Alcamah  capitan  de  Saracini,  per  abitarvi  dentro  come  in  una  fortezza,
                   siccome  afferma  Giovanni  di  Leone  nella  sua  Affrica,  e  gli  pose  il  suo  nome,  benché  sotto  il  regno  di
                   Federigo II re di Sicilia, cacciati già da più tempo i Saracini, detto castello fosse trasferito al piè del Monte
                   Bonifato  verso  il  mare,  come  appare  in  un  privilegio  dato  in  Giuliana  l’anno  1332,  e  fece  esenti  dalla

                   milizia quelli che v’andassero ad abitar dentro, concedendo  loro molti privilegi ed esenzioni, e volle che
                   ritenesse  il  medesimo  nome  d’Alcamo,  ed  oggi  è  molto  nobile  e  ricco”.  È  opportuno  ricordare  che  la
                   documentazione  inerente  l’insediamento  presso  Monte  Bonifato  incomincia  come  per  molti  altri  centri
                   d’altura a partire dall’epoca normanna, ma la presenza di toponimi arabi nonché la probabile posizione della
                   statio romana di Longarico presso monte Bonifato identificata dal Cluverio, potrebbero indurci a ritenere,
                   (in attesa di nuovi scavi archeologici) una lunga antropizzazione nel corso dei secoli presso l’insediamento

                   menzionato; si ricorda inoltre, che allo stato attuale della ricerca possiamo solo affermare una presenza in
                   età normanna; sull’argomento e sulle varie problematiche vd., CLUVERIUS 1619, p. 382; Itineraria Antonini
                   Augusti et Burdigalense, ( Ed. O. CUNZ ) p.12; DI GIOVANNI 1876, p. 12. GIUSTOLISI 1985, p. 65; FILIPPI
                   1996, p.59.
                          469  VON FALKENHAUSEN 1986, pp. 143-174.
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                             Sui diplomi greci ed arabi di Sicilia si rimanda a CUSA 1868-1882.
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                             Sull’analisi biologica delle inumazioni islamiche provenienti dalla Sicilia occidentale vd.,  DI
                   SALVO 2004, pp. 389-408.

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