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utilizzate  come  basi  militari  dove  i  cavalieri  musulmani  rientravano  al

               termine delle scorrerie trascinandosi dietro i prigionieri ed il bottino        451 .  A

               questo proposito, risulta  piuttosto verosimile (come si vedrà in seguito), che

               le leggi di guerra islamiche abbiano favorito in un certo qual modo, la resa

               dei centri della Sicilia occidentale, dove il processo di acculturazione sotto

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               l’influenza araba sarà veloce e duraturo . Come risaputo, infatti, le direttrici
               dell’avanzata  musulmana  fondamentalmente  toccarono  due  percorsi:  da

               Mazara a Siracusa e da Palermo (toccando anche alcuni punti cardine della

               difesa  bizantina  nella  parte  centrale  dell’isola  quali  Corleone  e  ed  Enna)

               verso Messina  (Fig.88).  Fu  dunque  sopratutto  lungo queste direttrici  che i

               conquistatori ricorsero all’uso della forza contro le piazzeforti bizantine che

               di  fronte  allo  sconforto  e  all’irruenza  del  nemico,  ricorsero  anch’essi  in

               grande  numero,  così  come  probabilmente  avevano  fatto  quelle  del  Val  di

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               Mazara, a scendere a patti chiedendo l’amâm . La tenace resistenza attuata
               dai  bizantini,  (dato  che  non  bisogna  assolutamente  sottovalutare)  che

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               avevano scelto come loro capitale l’inespugnabile rocca di Castrogiovanni



               sito  come  arroccamento  nei  periodi  di  crisi,  dall'antichità  all'età  del  vescovato  bizantino  di  Triokala,  al
               regno normanno; la notizia è riportata in AMARI 1858, II, p. 193; il borgo arabo invece è menzionato da ′Al-

               Muqaddasî, in Blib. ar. sic., II, pp.668-670; ′Ibn ′al ′Aṯȋr, ivi, I, p. 373; Cron. di Cambridge, ivi, I, p.285; per
               quanto  riguarda  l’antico  vescovado  di  Triokala,  poi  Trocculi  o  Troccoli,  oggi  contrada  rurale  presso  la
               frazione  di  Sant’Anna,  sotto  Caltabellotta  si  rimanda  a  GIRGENSOHN  1975,  pp.  266-267;  sulle  ricerche
               archeologiche vd., PANVINI 1988-1989, pp. 559-572; GIUSTOLISI 1982.
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                         Sulle probabili basi militari si rimanda a MAURICI 1995a, p.492.
                      452  Άn Nuwayrȋ, in Blib. ar. sic., II,  p.119: “L’anno dugentoventicinque (12 nov. 839-30 ott.840)
                                                                            c
               fecero l’accordo molte rȏcche dell’isola di Sicilia, tra le quali Ḥ.rḥah, Qal at 'al ballȗṭ, 'Iblânȗ, la rȏcca di
               Corleone, M.r.â ed altre”.
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                         Cron. di Cambridge, in Blib. ar. sic., I, p.283: “L’anno 6427 (918-19) il sultano d’Affrica armò
               per terra e per mare, ed osteggiò Alessandria. Su lo scorcio del medesimo anno (agosto 919) fu stipulata la
               tregua fra Sâlim emir di Sicilia, e il popolo di Taormina e delle altre rȏcche”.
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                         Άn Nuwayrȋ, in Blib. ar. sic., II,  p.121: “Anno 244 (19 aprile 858 – 7 aprile 859); Siracusa fu
               sede  dei  re  dell’isola  di  Sicilia  fiono  a  che  i  musulmani  non  espugnarono  Palermo.  Allora  i  Rȗm  si

               tramutarono in Castrogiovanni, come in fortissima città, e la elessero capitale”.

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