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berberi e arabi di Sicilia, che avrebbero favorito a loro volta, l’arroccamento

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               insediativo nel corso del X secolo .
                      Oltre alla compagine sociale, un altro dato fondamentale che riguarda

               gli abitati della Sicilia occidentale durante la dominazione musulmana è a

               nostro  avviso,  l’evoluzione  agricola  del  territorio.  Dai  documenti  dei

               mercanti ebrei della Geniza del Cairo, si evincerebbe che tra l’XI e il XII

               secolo, l’isola in generale sia al centro dei traffici commerciali del mondo

               mediterraneo musulmano, ma niente di preciso sappiamo sui secoli IX e X

               (quelli relativi alla fase islamica in Sicilia) i cui dati relativi allo studio della

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               ceramica, sono di difficile interpretazione . È soltanto a partire dal partire
               dal X-XI secolo che incominciano a riscontrarsi i primi dati significativi,  ma

               ignoriamo se essi possano essere legati a loro volta ad una rinascita urbana

               ed  agricola  e  quindi  economica  di  un  territorio  (quello  della  provincia  di

               Trapani) che nel contesto del Mediterraneo rappresentava una sorta di testa

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               di  ponte  fra il  continente  africano  e  la  penisola  iberica . La  ceramica  da


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                         La situazione di guerra civile endemica fra le varie autonomie regionali potrebbe esser stata a
               sua volta, una delle cause che favorì l’arroccamento insediativo nel X secolo; vd; Cronaca di Cambridge in
               Blib. ar. sic., I, pp.287-289; RIZZITANO 1983, p.408; MOLINARI 1993, p.231.
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                         ROTOLO 2011, pp. 545-560.
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                          Rimane  ancora  aperta  la  questione  relativa  se  i  nuovi  conquistatori  furono  portatori  di  una
               cultura materiale radicalmente diversa da quella autoctona e se influirono sugli aspetti più modesti della vita
               quotidiana. Il problema riguarda un particolare manufatto ceramico ovvero le pentole foggiate a mano, il
               cui  tipo  più  diffuso  è  dotato  di  anse  ad  “orecchie”.  Questo  manufatto  che  in  Sicilia  ha  una  tradizione
               millenaria è attestato per l’epoca romana, tardo-romana e medievale fino alla metà del XIII secolo. Questo
               fenomeno  di  continuità  nella  produzione  di  questo  manufatto  trova  come  sottolineato  abbastanza

               recentemente  un perfetto parallelo nella Spagna  sud-orientale, dove è stato possibile studiare in parte la
               produzione dall’epoca tardo romana a quella califfale (X secolo). Le pentole spagnole presentano una forte
               somiglianza con quelle siciliane per cui, questo particolare tipo di produzione ceramica potrebbe divenire
               un  prezioso  fossile  guida  per  seguire  quel  processo  di  sopravvivenza  e  acculturazione  successiva
               all’invasione  musulmana,  in  una  zona  di  commercio  fra  Nord-Africa,  Sicilia  e  Spagna  sud-orientale.
               Difficile tuttora stabilire che se per questo tipo di manufatto esistessero alcuni centri di specializzati nella
               produzione, o come sembrerebbe allo stato della ricerca sarebbero il frutto di una manifattura casalinga  e

               locale ma è altamente probabile un commercio di una certa consistenza fra il Nord-Africa, la Sicilia e la

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