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In  mancanza  di  documenti  risalenti  alla  dominazione  musulmana

                   dell’isola,  che  possano  far  luce  sui  rapporti  tra  popolazione  rurale  e  città

                   fortificate, ci sembra opportuno segnalare un passo dello storico musulmano

                                                                                                     c
                   Άn Nuwayrȋ, che riporta un ordine emanato dal califfo fatimida 'Al Mu  izz,
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                   verso  il  967 .  Secondo  tale  rescritto,  in  ogni  distretto,  prendeva  posto
                   almeno una città fortificata, munita di moschea nella quale, la popolazione

                   doveva soggiornare essendo fra l’altro stata privata dal medesimo editto di

                   pernottare presso i rahal. Il rescritto rappresenta un nodo problematico nella

                   storia  dell’insediamento  in  quanto  per  alcuni  avrebbe  dovuto  segnare  la

                   scomparsa  dell’abitato  intercalare  e  la  costruzione  o  il  potenziamento  di

                   capoluoghi  di  distretto.  In  realtà,  come  dimostrerebbe  la  successiva

                   documentazione di età normanna, che menziona in parte le antiquae divisae

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                   saracenorum ,  si  evincerebbe  per  la  Sicilia  occidentale  che  il  rescritto
                   preso in considerazione evidentemente ebbe solo carattere temporaneo o non

                   fu  rispettato.  In  quanto  se  da  una  parte  potrebbe  essersi  verificata  una

                   ulteriore fortificazione degli abitati dopo quella avvenuta in epoca bizantina,

                   dall’altra, come testimonierebbero i defatari di epoca normanna, presso gli



                   Calatafimi sarà sempre menzionata come terra; vd., Rationes Decimarum Italiae, Sicilia, (ed.SELLA 1944),

                   p.119  nr.1559;  mentre  dal  1355  sarà  menzionata  come  terram  et  castrum  ;  vd.,  Cod.  dipl.  Fed.  III
                   d’Aragona,  (ed.COSENTINO 1886), p.3.
                          487  Άn Nuwayrȋ, in Blib. ar. sic., II,  p.134: “Alfine l’anno trecentocinquantasei (17 dic. 966 – 6
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                   dic. 967) fu stipulata la pace tra 'Al Mu  izz, e il Domestico (l’imperatore Niceforo Foca); il quale mandò
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                   dei presenti (al califo fatimita).  'Al Mu  izz, dando avviso della pace all’emiro 'Aḥmad, gli comandò di
                   rifabricar le mura della capitale e di ben rafforzarla, avvertendolo che fosse meglio far il lavoro oggi che

                   domani. Gli comandava ancora di edificare in ciascuno 'iqulȋm (provincia o distretto) una città fortificata,
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                   con moschea ǵâmi ed un minbar, (Pulpito dal quale si fa la preghiera solenne e il sermone nella moschea
                   cattedrale)  e  di  obbligar  la  popolazione  di  ogni  'iqulȋm  a  soggiornare  nella  città  (capoluogo),  non
                   permettendo che venissero sparpagliati per le campagne. L’emiro 'Aḥmad, si affrettò ad eseguire così fatte
                   disposizioni; messe mano alla edificazione delle mura della capitale, e mandò per tutta l’isola degli śayḫ
                   che vegliassero a far popolare e munire (le città di provincia).
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                              In  un  documento  del  1093  sono  menzionate  le  antiche  divise  saracene  dell’isola,  vd.,  PIRRI
                   1733, p.381.

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