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come lo sarà in seguito sotto gli Svevi. La notizia riportata però dai Registri
della Cancelleria Angioina del 1271-72 secondo cui un certo Simoni de
Fimecta de Calatafimo riceveva la castellania di quelle terre (di Calatafimi
appunto), che in passato erano state affidate da Guglielmo II ad un certo
Roberto de Ariano, avo ipsius Simoni, potrebbe far pensare che anche in
epoca normanna la terra fosse demaniale in quanto gestita da una famiglia
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normanna . È verosimile che in seguito, durante la repressione militare
voluta da Federico II contro i Musulmani rivoltosi, il castello sull’altura di
Calatafimi sia stato restaurato come in altre città demaniali, in quanto il re,
tornato dalla Germania nel 1220, impose la distruzione dei castelli privati
costruiti dopo il 1189 e autorizzò il restauro dei castelli più antichi a scopo
non residenziale, ma militare. E’ probabile quindi che la roccaforte abbia
subito un progetto di restauro affinché divenisse uno dei punti strategici (
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utilizzato come base militare) del territorio . Nel 1239 il maniero fa parte
dei castra exempta di Federico II ultra flumen Salsum, un particolare stato
giuridico, in cui i castellani erano nominati e rimossi direttamente dal
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sovrano . Il castello è menzionato in una lettera viterbese del 1240, in cui
l’imperatore prende atto della consegna delle armi al castellano di Calatafimi
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da parte del Secreto di Palermo Oberto Fallomaco . E’ probabile che
durante questo periodo, il castello Eufemio sia stato adoperato come base
militare dalle truppe imperiali impegnate contro i musulmani ribelli
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accampatisi nelle fortezze di Iato e di Entella . Dal XIII secolo, come
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I Registri della cancelleria angioina, (ed. FILANGERI 1950-1969), VIII, p.162, n.366.
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MAURICI 1992, p.263; BRESC-BRESC 1977, p.362; MOLINARI 1997, p.35; APROSIO et al. 1997,
pp.1-7.
744
HUILLARD-BRÉHOLLES 1859-1861, p.414.
745
AGNELLO 1961, p.387.
746 MAURICI 1992, p.263; MOLINARI 1997, p.35.
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