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Caterina.  L’edificio,  un  tempo  occupava  la  parte  più  centrale  dell’antico

                   abitato, e fu uno dei primi templi eretti “ da quando il popolo abbracciò la

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                   religione  cristiana” .  All’interno  della  cortina  muraria  nasceranno  altri
                   nuovi luoghi di culto, come le chiese medievali di Sant’Antonio Abate intra

                                                                                                       764
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                   moenia  e quella limitrofa di San Giacomo Apostolo oggi San Francesco
                   sviluppatesi lungo la strada principale (l’odierna via XV Maggio), che in età

                   feudale rappresentò il principale asse commerciale della città come attesta il

                   nome  di  Loggia  dato  al  quartiere  che  ancora  oggi  attraversa.  Durante  il

                   medioevo,  questo  antico  asse  commerciale,  era  collegato  ad    una  delle

                   antiche porte  della  città   rinvenuta  dalle ricognizioni archeologiche da chi

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                   scrive  (Figg. 160; 161; 162).
                         A Circa 4 km di distanza dal centro normanno di Calatafimi, sulla cima

                   di  Monte  Barbaro  si  sviluppò  in  età  sveva  l’abitato  musulmano  di

                                   766
                   Calataberberi . Qui le ricerche archeologiche effettuate a partire dal 1989
                   condotte  nell’area  settentrionale  di  Monte  Barbaro,  dove  sorgeva  l’antica

                                       767
                   città  di  Segesta ,  hanno  potuto  constatare  un  completo  abbandono
                   dell’altopiano, tra  la  seconda  metà  del VII  e  gli  inizi del  XII  secolo  d.C.,



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                             LONGO 1810, p.334.
                          763
                             Della preziosa chiesa, ai primi del’900 si conservavano ancora le colonnine composite sopra
                   piedistalli che sorreggevano delle arcate a tutto sesto, le quali dividevano l’edificio in  tre navate; NICOTRA
                   1907, p.797.
                          764
                             NOTAR PELLEGRINO 1739, foglio nr. 46.
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                             Sulla relativa documentazione scritta e sui rilievi effettuati vd., DI BARTOLO 2009.
                          766   Le  ricerche  storiche  condotte  da  Henri  e  Geneviève  Bresc  hanno  permesso  di  identificare  il

                   toponimo  presso  l’attuale  monte  Barbaro  nel  Comune  di  Calatafimi  Segesta.  L’unico  accenno  ad  un
                   castrum  di  Calataberberi  è  del  1294;  cfr.  Acta  Siculo  Aragonensia,  I,  1,  pp.231-232,  doc.  CCLXXVI;
                   BRESC-BRESC 1977, p.352.
                          767  I vari riferimenti bibliografici relativi a questa nota su Segesta sono elencati soltanto in parte
                   essendo  compresi  in  molte  delle  pubblicazioni  riportate  di  seguito;  vd.,  AMPOLO-PARRA  2011,  pp.  3-8;
                   CAMERATA  SCOVAZZO  1996,  pp.  99-103;  DE  VIDO  1991,  pp.  929-994;  DE  VIDO  2000,  pp.  389-435;

                   FACELLA-OLIVITO 2011, pp.9-21;  LEONORA 1848; MOLINARI 1997; PINZONE 2000, pp.849-878; PRECOPI
                   LOMBARDO 1990, pp. 87-89; TUSA 1969, pp. 136-144; TUSA 1981, pp. 5-10;  TUSA 1988/1989, pp.271-276.

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