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coppi in terracotta. I muri erano costruiti senza fondamenta e poggiavano su

                   precedenti  strutture  rasate  fondate  direttamente  sulla  roccia.  Non  è  stato

                   trovato il sistema di raccolta delle acque che doveva essere simile a quello

                   della successiva fase sveva, basato sulla raccolta delle acqua piovana ed il

                   riutilizzo  delle  cisterne  antiche.    La  datazione  iniziale  di  questi  ambienti

                   sembra  essere  circoscritta  al  XII  sec.  d.C.    per  essere  riutilizzati  nella

                   successiva fase sveva.

                         A  differenza  degli  edifici  relativi  la  prima  fase,  che  dovettero  essere

                   costruiti  dagli  abitanti  del  luogo,  l’analisi  delle  murature  del  palazzo,

                   permette  di  ipotizzare  una  presenza  di  maestranze  specializzate,  che

                                                                           780
                   operarono sotto un preciso progetto architettonico .
                         Tutte le murature del dongione il cui spessore varia da m.1,10 a 1,15,

                   sono  costruite  di  conci  di  calcare  di  medie  e  grandi  dimensioni

                   sommariamente sbozzati, legati  mediante  l’uso  della  malta  e con  zeppe in

                   laterizio. I muri perimetrali del lato Ovest hanno uno spessore che varia da

                   m. 1,20 a 1,25 e a differenza dei primi il legante utilizzato è composto da

                                 781
                   malta e terra .
                         Della struttura originaria del palazzo rimane solo il piano terra, ma era

                   dotata  di  un  piano  superiore  che  costituiva  la  parte  residenziale  della

                   famiglia del signore e l’altezza complessiva doveva aggirarsi intorno agli 8-

                   10 m.

                         Il dongione (Fig.163a) presenta la forma tipica dei castelli siciliani del


                   XI-XIII secolo: ha una pianta rettangolare (m.17,5 x 13,20) costituita da tre

                          780
                             Le murature della prima fase sveva sono tutte omogenee fra loro; le porte nella maggior parte
                   dei casi sono dotate di stipiti, per i quali furono impiegati travertini di spoglio, e le soglie sono anch’esse
                   costituite da lastre di marmo di reimpiego. Per le volte a botte è stata utilizzata un’arenaria non disponibile
                   in loco, che si cavò ex-novo. Questi dati fanno pensare ad una committenza mediamente elevata in grado di
                   sostenere le spese per un arco di tempo abbastanza breve;  vd., MOLINARI 2000, pp. 179-182.
                          781
                             Castelli medievali 2001, p.422.


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