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protomaiolica. Degno d’attenzione risulta essere un frammento di brocca con

               filtro  in  argilla  marrone  e  rossiccia.  La  brocca  a  filtro  è  annoverata  tra  le

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               forme di sicura tradizione islamica . Il frammento esaminato ha un collo
               leggermente svasato con il filtro impostato alla base del collo e risale ad un

               periodo compreso fra l’XI e il XII secolo d.C.; serviva per filtrare l’acqua

               presa  dai  pozzi  o  dai  ruscelli.  La  circolazione  monetaria  d’epoca  sveva  a

               Calatabarbaro è testimoniata dal ritrovamento di un centinaio di monete di

               biglione soprattutto d’epoca federiciana. Sono attestati denari e mezzi denari

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               di  tutti i sovrani di Sicilia, da Enrico VI a Manfredi . Si riportano nelle
               tavole,  alcuni  esemplari,  provenienti  dal  castello  svevo  e  oggi  esposti  nel

               museo archeologico di Calatafimi (Fig.169): un denaro di biglione di Enrico

               VI  di  Svevia  (Zecca  di  Messina  o  Palermo,  1194-1196)  ;  un  denaro  di

               biglione di Corrado I  (Zecca di Messina, 1254-1258); un denaro di biglione

               di Federico II di Svevia ( Zecca di Messina, 1221) e un denaro di biglione di

               Corrado II (Zecca di Messina, 1254-1258).

                     La zona castrale di Calatabarbaro è costituita da una serie di ambienti

               con al centro un dongione, circondati da un recinto murario che sfrutta in

               parte le pareti esterne delle abitazioni attorno al palazzo.

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                     Il complesso è costituito da due fasi : la prima fase è costituita da un
               complesso abitativo relativo all’insediamento islamico, mentre la seconda, è

               rappresentata dall’edificazione tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo

               d.C. di un dongione al centro dell’area sommitale che sfruttò gli edifici già


               esistenti come ambienti di servizio, ma anche (attraverso alcuni adattamenti)
               come  cinta  muraria.  Tutti  questi  ambienti,  presentano  blocchi  di  calcare

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               sommariamente sbozzati . Le coperture erano ad uno o due spioventi con


                      776  D’ANGELO 1984, p.483.
                      777
                         GANDOLFO 1995a, p.207.
                      778
                         MOLINARI 1994a, p.182.
                      779  MOLINARI 1998a, pp.273-281.


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