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al XI secolo e custodita nella Biblioteca Comunale di Calatafimi (Fig.167a).
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Il castello proteggeva un nucleo abitativo , costruito su terrazzamenti a
causa della natura accidentata del terreno. L’abitato era protetto da tre lati da
difese naturali, mentre ai margini del lato Sud venne cinto almeno a partire
dal XII-XIII sec.d.C da modeste mura di cui oggi rimane un tratto
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considerevole chiamato la Guardia (Figg.155-156). Gli avanzi delle mura
dell’antica città presentano uno stato di degrato avanzato. Denominati dal
popolo “mura di li Saracini” sono costruite con muratura a pietrame e malta,
e preservano una finestra murata, alta un metro e larga 60 cm con arco ad
ogiva. I resti delle mura hanno una lunghezza di m. 20, alte all’esterno m.
7,50, all’interno m. 2,50, e larghe nella parte alta m. 1,65. La costruzione
delle mura cittadine risale ad un periodo compreso tra la fine del XII e gli
inizi del XIII sec. d.C. Durante il regno di Federico II di Svevia, Calatafimi è
soggetta ad un’intensa attività edilizia, quali la costruzione delle mura
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urbiche, il restauro del castello e l’edificazione della chiesa madre . La
prima chiesa, del nucleo originario, sorgeva ai piedi del castello, e dal
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principio accolse tutti gli abitanti della pendice della collina . La seconda
chiesa di " memorabile antichità", del nucleo originario, era la chiesa di S.
fondamentale per la difesa del castello del versante Sud-Ovest, della collina. L’altezza della torre, doveva
essere come le altre di circa 8/9 metri.
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Le varie strutture dell’antico centro medievale ricavate in parte da un dipinto del 1517
raffigurante l’antica terra in epoca tardo medievale e conservato presso la Biblioteca Comunale di
Calatafimi Segesta, sono state riportate in planimetria ( TAV. XV).
759 LONGO 1810, p.205.
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NOTAR PELLEGRINO 1739, foglio nr. 43.
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L’antica chiesa di san Silvestro fu costruita sopra un bastione a difesa del lato Nord. Secondo
un’antica tradizione popolare, il santo apparve sulle mura urbiche della città cacciando gli “infedeli” che
assediavano Calatafimi. Verosimilmente, la leggenda, potrebbe riferirsi ad un periodo di rivolte da parte
della popolazione musulmana. Nel XII secolo, la popolazione araba occupò per un breve periodo l’altura di
Monte Barbaro, mentre il castello Eufemio fu probabilmente un’importante presidio militare normanno che
fornì le truppe contro i musulmani ribelli. Cfr. HUILLARD-BRÉHOLLES 1859-1861, p.414.
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