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sorgono piccoli agglomerati rurali come le Aquae Segestanae e
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Longaricum (Fig.8).
Durante l’età tardo-antica, gli studi storici (negli ultimi anni avvalorati
in parte anche dalle ricerche archeologiche condotte sul campo), hanno
rilevato un graduale processo di deurbanizzazione a favore di un multiforme
universo agrario non solo per il territorio da noi esaminato, ma anche per
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l’isola in generale . Allo stato attuale della ricerca, possiamo ritenere che a
partire dall’età tardoantica in Sicilia occidentale si assiste
contemporaneamente alla nascita di sobborghi rurali e al declino di alcune
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città classiche quali Segesta e Selinunte . Si riscontra, in poche parole, un
ritorno alla ruralità che durerà almeno fino a tutto il periodo arabo. Allo stato
attuale della ricerca, bisogna sottolineare però, che questo fenomeno è stato
riscontrato nell’area del trapanese soltanto ed esclusivamente nei luoghi in
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cui sono state intraprese ricognizioni archeologiche di tipo estensivo . Fra
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Itineraria Antonini Augusti et Burdigalense, (Ed. O. CUNZ), (97, 4), p.14.
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CRACCO RUGGINI 1980, pp. 481-524; FASOLI 1980, pp.95-109; LAGONA 1980, pp.111-129;
ASHERI 1982-83, pp.461-476; MAZZA 1986, pp.43-84; AGNELLO 1993-94, pp.653-668; VERA 1997-98, pp.
33-73; CALIRI 2006, pp. 51-69; con riferimenti all’Italia cfr. MOTTA 2006, pp.325-343; mentre per un
approccio storico-archeologico vd., DI STEFANO 1982-83, pp. 350-367; per la viabilità tardoantica in Sicilia
vd. UGGERI 1997-98, pp.299-351; UGGERI 2008, pp.63-96; le campagne archeologiche effettuate negli
ultimi anni confermano quanto espresso in precedenza dagli storici, si rimanda ad APROSIO et al. 2001, pp.
187-193; BONACASA CARRA 2008, pp.219-235.
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Per le ricognizioni archeologiche nell’area segestana vd., CAMBI 1996/97, pp. 22-27; APROSIO
et al. 1997, pp. 187-193; BERNARDINI et al. 2000, pp. 91-132; MOLINARI-NERI 2004, pp.109-128; la città di
Selinunte per l’età romana non compare né nell’ Itinerarium Antonini né nella Tabula Peutingeriana;
soltanto Strabone (VI 2,6) l’annovera tra i centri disabitati ai tempi di Augusto e Tiberio; sull’argomento si
rimanda a TRASSELLI 1972, p.48.
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È opportuno ricordare che le ricognizioni archeologiche implicano dei limiti evidenti, in quanto
si trattengono ad analizzare i materiali di superficie rinvenuti durante le perlustrazioni delle campagne di un
determinato comprensorio più o meno vasto. Fra l’altro, un forte limite, per la conoscenza materiale
ascrivibile soprattutto all’ età bizantina è rappresentato dalla quasi totale assenza di reperti ceramici o dalla
capacità di identificazione degli stessi; La ceramica riferibile all’età bizantina per la provincia di Trapani
proviene in particolare dall’isola di Marettimo, mentre problematiche cronologiche alquanto evidenti sono
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