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l’importazione d’olio e vino dai paesi d’oltremare. Il periodo compreso fra il

               VII  e  la  metà  del  X  sec.  non  appare  documentato  da  resti  archeologici

               indicativi.  Dall’analisi  dei  reperti  nei  diversi  siti  si  evidenziano  ben

                                                                                    223
               venticinque  insediamenti  relativi  alla  prima  età  bizantina   (Fig.  32).  È
               quindi  del  tutto  plausibile  a  nostro  avviso,  che  il  porto  di  Trapani  in

               concomitanza  con  Marettimo  dovette  rappresentare  il  principale  terminale

               commerciale  del  territorio,  soprattutto  a  partire  dal  IV  sec.  d.C.  (come

               testimonierebbe una ipotetica  iscrizione dell’imperatore Valente) e per l’età

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               bizantina . Un campionario di frammenti pertinenti ad anfore e vasellame
               da  mensa  costituiscituente  una  raccolta  custodita  presso  il  Museo  di

               Malacologia  di  Erice;  provenie  dall'isolotto  del  Ronciglio  e  documenta

               alcune  fasi  di  frequentazione  della  rada  di  Trapani  dall'antichità  all’epoca

               bizantina.  Si  tratta  di  una  serie  di  reperti  che  coprono  un  ampio  arco

               cronologico  fino  al  VII  d.C.,  tra  le  forme  di  anfore  identificate  troviamo

               alcuni  frammenti  del  tipo  Manà  D,  Dressel  1,2  4,  12,  Africana  1,  Late

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               Roman 3 e 4, Keay L I I , L X I I e Spateion .
                      Per l’importanza assunta da Drepana nell’antichità,  e sulla base delle

               testimonianze  storico  ed  archeologiche  fin  qui  evidenziate,  non  è  da

               escludere,  che  l’antico  porto  di  Drepanon  rappresentò  una  base  navale

               durante  il periodo Thematico  di Sicilia, assumendo sotto il profilo militare e

               strategico,  un  ruolo  probabilmente  rilevante  (da  non  sottovalutare  la  sua

               posizione  geografica),  per  contrastare  l’  espanzione  islamica  nel


               Mediterraneo. Il porto di Drepanon è segnalato da Agnello Ravennate  nel

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                         FILIPPI 2003, pp.497-506.
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                         L’iscrizione presentava la seguente dicitura:  I CAESAR. FL. VALENTI. PIO. FELICI SEMPER.
               AVGVSTO. M. VALERIVS. QVINCTIANVS. V.C. CON. P.S. CLEMENTIAE PIETATIQVE. EIVS. SEMPER.
               DICATISSIMUS. l’iscrizione di cui si ignora la provenienza era custodita presso la chiesa di Sant’Agostino
               a Trapani. Attualmente risulta dispersa ed è nota  grazie ad uno studio effettuato dal Torremuzza   ed in
               seguito riesaminato e pubblicato dal Filippi; vd., FILIPPI 2005, p.73.
                      225  Sulla ceramica rinvenuta nel territorio trapanese vd., FILIPPI 2002a, pp. 73-87.


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