Page 72 - Abitati_città_fortificate_Sicilia_occidentale
P. 72
l’importazione d’olio e vino dai paesi d’oltremare. Il periodo compreso fra il
VII e la metà del X sec. non appare documentato da resti archeologici
indicativi. Dall’analisi dei reperti nei diversi siti si evidenziano ben
223
venticinque insediamenti relativi alla prima età bizantina (Fig. 32). È
quindi del tutto plausibile a nostro avviso, che il porto di Trapani in
concomitanza con Marettimo dovette rappresentare il principale terminale
commerciale del territorio, soprattutto a partire dal IV sec. d.C. (come
testimonierebbe una ipotetica iscrizione dell’imperatore Valente) e per l’età
224
bizantina . Un campionario di frammenti pertinenti ad anfore e vasellame
da mensa costituiscituente una raccolta custodita presso il Museo di
Malacologia di Erice; provenie dall'isolotto del Ronciglio e documenta
alcune fasi di frequentazione della rada di Trapani dall'antichità all’epoca
bizantina. Si tratta di una serie di reperti che coprono un ampio arco
cronologico fino al VII d.C., tra le forme di anfore identificate troviamo
alcuni frammenti del tipo Manà D, Dressel 1,2 4, 12, Africana 1, Late
225
Roman 3 e 4, Keay L I I , L X I I e Spateion .
Per l’importanza assunta da Drepana nell’antichità, e sulla base delle
testimonianze storico ed archeologiche fin qui evidenziate, non è da
escludere, che l’antico porto di Drepanon rappresentò una base navale
durante il periodo Thematico di Sicilia, assumendo sotto il profilo militare e
strategico, un ruolo probabilmente rilevante (da non sottovalutare la sua
posizione geografica), per contrastare l’ espanzione islamica nel
Mediterraneo. Il porto di Drepanon è segnalato da Agnello Ravennate nel
223
FILIPPI 2003, pp.497-506.
224
L’iscrizione presentava la seguente dicitura: I CAESAR. FL. VALENTI. PIO. FELICI SEMPER.
AVGVSTO. M. VALERIVS. QVINCTIANVS. V.C. CON. P.S. CLEMENTIAE PIETATIQVE. EIVS. SEMPER.
DICATISSIMUS. l’iscrizione di cui si ignora la provenienza era custodita presso la chiesa di Sant’Agostino
a Trapani. Attualmente risulta dispersa ed è nota grazie ad uno studio effettuato dal Torremuzza ed in
seguito riesaminato e pubblicato dal Filippi; vd., FILIPPI 2005, p.73.
225 Sulla ceramica rinvenuta nel territorio trapanese vd., FILIPPI 2002a, pp. 73-87.
72