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rotta che dalla Sicilia portava a Capo Bon . Nel corso della tarda antichità
l’isola quindi rappresentò uno scalo importante per le rotte africane, ruolo,
che potrebbe aver svolto anche dopo l’occupazione da parte dell’impero
orientale. Le ricerche archeologiche effettuate nel corso delle campagne di
scavo a partire dagli anni novanta del secolo scorso e ripresi nel 2011 presso
“Case Romane” hanno dimostrato che l’isola a partire dal V secolo d.C.,
venne abitata probabilmente da monaci basiliani che vi edificarono una
chiesa in un’ area precedentemente occupata da un fortilizio romano: l’area
soggetta a scavo archeologico ha restituito materiale ceramico per tutta
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l’epoca bizantina (Figg. 37-39).
In particolare a partire dal V secolo d.C., l’ area in cui sorgeva un
edificio militare romano, fu rioccupata dalla costruzione di una chiesa
basiliana perfettamente orientata ad Est, a tre navate suddivise da pilastri con
abside inscritta e priva di nartece ai lati dell’abside, rispettivamente a Sud e a
Nord. La chiesa che ha restituito varie UUSS con materiale ceramico relativo
al VII secolo d.C., (quasi un unicum in Sicilia occidentale) si trova
stratigraficamente sotto un’altra chiesa di tipo basiliano di dimensioni più
ridotte e riferibile al XII secolo d.C. di cui una prima descrizione è stata
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eseguita da Vincenzo Scuderi . L’accesso principale della chiesa bizantina
del V-VII d.C., si trova sul lato Ovest ed è ancora perfettamente leggibile
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Dall’Itinerarium maritimum sappiamo che l’isola Maritima in età tardoantica era non solo uno
scalo marittimo sulla rotta che collegava Capo Bon alla Sicilia e quindi a Roma, ma anche una statio
dell’Itinerarium Antonini. Questa notizia ci fa certi che, malgrado l’assoluta carenza di informazioni
archeologiche, durante l’età tardo antica e fino a quando il sistema annonario rimase in piedi, doveva
esistere un abitato in prossimità del porto; vd. Itineraria Antonini Augusti et Burdigalense, (Ed. O. CUNZ) ,
p. 238.
241 Fermo restando che si tratta di un insediamento a carattere religioso, resta ancora insoluto il
problema di individuare quale fosse la sua destinazione: un monastero, un santuario o una semplice chiesa
parrocchiale; SCUDERI 1968, pp.20-21; ARDIZZONE-DI LIBERTO-PEZZINI 1998, pp.387-418; ARDIZZONE
2011, pp. 101-122.
242 SCUDERI 1968, pp.20-21.
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