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ecclesiastica; durante il periodo di costruzione dell’impianto cultuale infatti,

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                   i Vandali avevano occupato stabilmente l’Africa . Altre presenze di culti
                   basiliani in Sicilia occidentale potrebbero infine essere documentati presso il

                   territorio di Erice e nell’isola di Pantelleria. Per quanto riguarda la civitas di

                   Erice, antico santuario di Afrodite della città elima di Segesta, è verosimile

                   (allo  stato  attuale  della  ricerca),  che  l’  antica  città  menzionata  dalle  fonti

                   antiche subisce a partire dal tardo antico una fase di crisi correllata da un

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                   totale  o  parziale  abbandono .  Dopo  i  restauri  della  città  eseguiti
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                   dall’imperatore Tiberio e da Claudio , non si hanno più notizie a parte un
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                   riferimento al santuario menzionato da Pausania ed in seguito da Eliano .
                   L’unica notizia, (fra l’altro non  presa ancora in condierazione dagli studiosi

                   contemporanei)  sulla  città  in  età  bizantina  è  quella  fornita  di  Stefano

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                   Bizantino . A parte alcuni reperti che si conservano nel Museo Cordici di
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                   Erice ,  di  interesse  notevole,  a  nostro  avviso,  sarebbe  la  presenza  di
                   probabile oratorio bizantino (IV-VII d.C.) situato su una spianata della costa

                   settentrionale presso Monte Erice e dedicato a San Matteo da cui la contrada

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                   ha preso  il nome .  L’edificio in  questione,  ormai  ridotto  ad un  rudere, è
                   costituito da due ambienti di epoca diversa; uno rettangolare (3 m. x 2,10 x

                   2,60 di altezza) con un pavimento che si trova a circa un metro sotto il piano

                   della  campagna,  coperto  da  quatrro  archi  costitutiti  da  lastroni  calcarei



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                              Per  una  visione  completa  della  documentazione  relativa  ai  Vandali  d’  Africa    si  rimanda  a
                   GIUNTA 1956a, pp. 20-36; GIUNTA 1956b, pp. 104-139.
                          245  Sulla questione vd., MAURICI 2005, p.161.
                          246  Sulle fonti antiche di Erice si veda MANNI 1981, pp.173-174.
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                             PAUSANIA, VIII, 24, 6; ELIANO, De Nat. Anim., IV,2; X,59.
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                             Stephani Byzantii (ed. Anton Westermann, B.G. Teubneri, 1839), p. 24, 19-21: ”Erux, pÒlij
                   Sikel…aj, ¢rsenikîj, ¢pÕ ”Erukoj toà 'Afrod…thj kaˆ BØtou. tÕ šqnikÕn 'Eruk‹noj. 'Afrod…th šn
                   `RæmV ka„ Sikel…v.
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                             Sulla catalogazione dei reperti archeologici del Museo Cordici vd., BISI 1969, pp.29-45; sulle
                   collezioni numismatiche relative al tardoantico e al periodo bizantino vd., TUSA CUTRONI 1971, pp.49-60.
                          250  SCUDERI 1968, pp.4-5.


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