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dati archeologici rivelano che l’isola di Pantelleria a partire dalla tarda
antichità gode di una ripresa economica e sociale. La vitalità dell’isola
ancora durante la prima epoca bizantina principalmente si deve a due fattori:
il primo consiste nella posizione geografica dell’isola, che sarà sviluppata
nel migliore dei modi per lo smistamento delle merci; il secondo fattore
invece riguarda la stabilità e il periodo di pace che i territori del Nord Africa
attraversano, per cui, si denota un certo traffico commerciale fra l’isola la
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sponda africana e gran parte del Mediterraneo (Fig.43). È verosimile,
quindi, che a partire dal VI secolo d.C., l’isola (entrata a far parte della sfera
polico-economica dell’impero bizantino), ritrovandosi lontana da tutti i
fronti militari, incominci a vivere un periodo di stabilità economica
riscontrata nell’espansione di diversi abitati nell’entroterra e nella costa e
soprattutto dall’abbondanza di materiale ceramico importato dalla costa
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africana . Dai dati ricavati dalle spedizioni archeologiche risulta altamente
probabile che a partire dal periodo bizantino l’isola rappresentò un
importante punto di smistamento delle merci che provenienti sia dall’Africa
che dalla Sicilia occidentale, quest’ultime dirette verso il mondo africano o
siro-palestinese. L’isola era inserita all’interno di un circuito di rotte
marittime che la collegavano alla Spagna, alle Baleari, al porto di Marsiglia,
e alla Sardegna oltre ai collegamenti con l’Italia tirrenica e le regioni del
Mediterraneo orientale. L’antica Acropoli di Pantelleria le cui mura furono
probabilmente in parte smantellate dai Vandali, a partire dal VI secolo d.C.,
venne probabilmente ristrutturata con il rimpiego di antichi materiali, a cui
seguì il miglioramento del sistema di adduzione e di conservazione delle
acque. Sami ha ipotizzato su confronti di insediamenti sul limes africano, che
l’Acropoli di Pantelleria dotata di arsenali ed ambienti per la conservazione
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SAMI 2005, pp. 401-408;
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Sulla Pantellerian Ware, vd., BALDASSARI 2009a, pp. 91-106; BALDASSARI 2009b, pp. 107-120;
BALDASSARI 2009c, pp.125-136; MAURICI 2005.
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