Page 78 - Abitati_città_fortificate_Sicilia_occidentale
P. 78

Il  tetto  della  chiesa  e  del  battistero  annesso  era  costituito  da  una

               struttura lignea a travi, ricoperta con  solenes e coppi, alcuni dei quali con

               una  “decorazione  a  ditate”.    Dalle  indagini  effettuate  si  evincerebbe  che

               l’edificio di culto era inglobato all’interno di un complesso di strutture di cui

               non sono ancora ben chiare la funzione e le dimensioni;  i dati archeologici

               hanno  evidenziato  che  l’area  compresa  tra  la  chiesa  e  il  vecchio  edificio

               romano  durante  il  periodo  protobizantino  doveva  essere,  almeno  in  parte,

               coperta,  dal  momento  che,  a  ridosso  del  muro  settentrionale  della  chiesa,

               sono stati messi in luce lacerti di una pavimentazione in cocciopesto del tutto

               analoga  a  quella  rinvenuta  dentro  l’edificio  di  culto.  Durante  il  periodo

               protobizantino vennero effettuati lavori di restauro presso il fortilizio romano

               tardo-antico. In  particolare, venne  rifatta  la  pavimentazione  con  un  tenace

               battuto d’argilla e la copertura a volta reale in  opus cementicium, in parte

               crollata, fu sostituita con un tetto di tegole di cui si è rinvenuta traccia. Di

               importanza  notevole,  è  stato  lo  scavo  di  una  parte  del  riempimento

               sottostante  del  livello  pavimentale  che  ha  restituito  materiale  ceramico

               databile  al  secondo  quarto  del  V  secolo  d.C.  periodo  in  cui  sarebbe  stata

               fondata  la  chiesa.  In  base  al  materiale  ceramico  recuperto,  il  fortilizio

               romano  rappresenta  l’edificio  più  antico  relativo  alla  fase  tardo  antica  del

               sito e la sua cronologia costituisce il terminus post quem per la datazione del

               periodo  d’impianto  dell’insediamento  cristiano,  mentre  il  terminus  ante

               quem è dato dal materiale ceramico rinvenuto negli strati di distruzione e di


               abbandono  dell’edificio  di  culto,  ovvero  fine  VII  inizi  VIII  secolo  d.C.
               periodo, in cui le incursioni saracene divennero sempre più incontrollabili. I


               curatori  dello  scavo  ritengono  che  durante  la  prima  epoca  bizantina  (VI
               secolo d.C.), la chiesa venne trasformata con l’inserimento di un battistero


               all’interno  del  vano  meridionale  ai  lati  dell’abside.  Per  la  costruzione
               dell’edificio non si esclude la presenza di maestranze di area nordafricana.


               Sempre  dalle  coste  dell’Africa  potrebbe  esser  arrivata  infine  la  comunità
                                                                                                    78
   73   74   75   76   77   78   79   80   81   82   83