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Trapani potrebbe esser stato una delle basi militari bizantine dell’ anonimo

               monstraticum di cui ci parla lo stesso Agnello e che altre fonti identificano

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               con il patrizio Teodoro stratego di Sicilia .  Nonostante sia stata avallata
               un’ipotesi  del  tutto  considerevole  su  una  eventuale  sede  vescovile  in  città

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               durante  l’VIII  secolo ,    i  documenti  sicuri  a  nostra  disposizione  che
               attestano una sede vescovile a Trapani risalgono soltanto alla prima metà del

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               X secolo .  La presenza di una sede vescovile a Trapani, per un’epoca così
               tarda,  caratterizzata  dalla  presenza  musulmana  nel  territorio,  è  a  nostro

               parere,  il  ritratto  di  una  società  ormai  del  tutto  ellenizzata  da

               quell’irradiamento  di  grecità  a  matrice  costantinopolitana  perpetuato  nel

               corso della dominazione bizantina. Tracce di una avanzata culturalità greco

               orientale  sono  riscontrate  anche  nelle  isole  Egadi  di  fronte  l’antica

                                                                                231
               Drepanum ed in parte anche nell’attuale territorio ericino . Lo stesso nome
               arabo Ğazīrat ar-rāhib, di Favignana, isola,  attestata fra l’altro anche dalle

               fonti  antiche  quali  Polibio,  Tolomeo,  Plinio  e  Nepoziano  e  per  l’epoca

                                                                                       232
               bizantina  dall’Anonimo  Ravennate  e  da  Stefano  Bizantino ,  potrebbe
               rappresentare un riferimento  geografico che caratterizza un luogo di esilio

                                                                                       233
               costituito da insediamenti eremitici comuni al mondo bizantino . Tracce di



                      228  GUILLOU 1969, pp. 215 ss.
                      229  Sull’argomento si rimanda a BURGARELLA 1994, p.12-13.
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                         DARROUZÈS 1981, p.278; BURGARELLA 1987-1988, pp.60-66.
                      231
                         SCUDERI 1968, pp. 35-43.
                      232  Le fonti antiche dell’isola di Favignana sono riportate in MANNI 1981, pp.63-66.
                      233  Ibn Khurdādhbeh è il primo autore arabo che menziona questa regione. La sua opera Kitāb al –

               Masālik  wa-l-mamālik  (Libro  dei  cammini  e  dei  regni)  risale  nella  sua  prima  redazione  all’846  e  nella
               seconda all’886. Nel capitolo delle isole menziona brevemente Favignana. L’autore che attribuisce all’isola
               il toponimo Djazīrat adh-dhahab, «l’isola del monaco», riferisce che in passato (probabilmente durante la
               dominazione bizantina) nell’isola veniva effettuata la castrazione degli eunuchi. Per il IX secolo, l’autore
               riferisce che l’isola era un centro di commercio e che veniva chiamata l’isola del monaco probabilmente in
               riferimento a comunità eremitiche comuni al mondo bizantino che abitavano l’isola; Asthor ritiene che la

               pratica della castrazione degli schiavi all’epoca romana o bizantina. In particolare, si potrebbe collocare tale

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