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una comunità monastica nell’isola sono stati infatti rilevati presso alcune
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cavità naturali dell’isola denominati in seguito la Grotta degli Archi .
Secondo l’unico studio effettuato in loco, si tratterebbe di un tegurium con
tre archi sui lati lunghi (Fig. 33). Questo sepolcreto a baldacchino sarebbe un
unicum per la Sicilia occidentale. Tali sepolcreti sono riscontrabili infatti
fino ad oggi nella Sicilia sudorientale e sono stati datati fra la seconda metà
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del IV secolo e gli inizi del V secolo d.C . Nelle vicinanze di quest’ultima
grotta si trova un’altra cavità naturale denominata Grotta della Stele le cui
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pareti presentano simboli ed iscrizioni cristiane .
Nell’isola di Marettimo, in contrada “Case Romane”, a mezza costa
sul versante orientale della montagna (m 260 ca.) si conserva invece un
inedito complesso monumentale costituito da un edificio militare di età
tardo-repubblicana e da una chiesa di impianto basiliano riportata soltanto
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alla luce nelle campagne di scavo del 2011 . I dati archeologici ricavati
sono di rilevanza notevole e vanno ad aggiungersi per il periodo in
questione, all’esigua documentazione scritta per una rivalutazione del
Trapanese durante l’età bizantina (Figg. 34-36).
L’isola di Marettimo, menzionata nell’antichità da Polibio e Tolomeo
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come Hierà néos , e da Plinio tra le isole “ad Africam versae” compare
con il nome latino di Maritima, nell’Itinerarium Antonini, quale statio nella
pratica nei decenni drammatici dello scontro islamico-bizantino in Africa settentrionale e nel Canale di
Sicilia, sulla questione vd., ASHTOR 1982, pp. 29-30.
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ROCCO 1973, p. 36; BEJOR1986, p. 518.
235
AGNELLO 1963, p.128.
236 ROCCO 1973, p. 39.
237 Sui recenti scavi archeologici presso l’isola di Marettimo vd., ARDIZZONE-DI LIBERTO-PEZZINI
1998, pp. 387-418; ARDIZZONE 2011, pp. 101-122.
238
POLIBIO I, 60, 3; TOLOMEO III, 4,8.
239 PLINIO III, 92.
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