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presente nel contesto isolano dell’entroterra . Il ritrovamento costante di
questo tipo di manufatto, potrebbe indicare fra l’altro un cambiamento della
pratica di coltura nelle campagne circostanti questi due villaggi. In pratica
l’olio viene importato in massicce quantità dall’Africa settentrionale e
prodotto localmente assieme al vino in piccole quantità. Questo
cambiamento della produzione agricola, come abbiamo mostrato in
precedenza, sarebbe il risulatato nel territorio di quel sistema latifondistico
basato sulla monocoltura cerealicola, che si era creato in seguito al passaggio
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delle forniture granarie dell’Egitto da Roma a Costantinopoli nel 332 .
Il primo grande villaggio per la gestione del territorio occupava
un’area di circa tre ettari intorno Aquae Segestanae, una statio citata
dall’Itinerarium Antonini ed interposta tra Drepanum e Parthenicum lungo
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l’antica via Valeria . Antico luogo di culto delle acque salutari in età
ellenistica, Aquae Segestanae ebbe il suo massimo splendore tra la metà del
IV e la fine del VI secolo d.C, sopravvivendo fino agli inizi del XI secolo,
c
quando l’abitato si trasferì sulla vicina altura di Calathamet (“Qal at al-
hamma”, cioè “castello dei bagni”). Le acque termali e la favorevole
posizione lungo l’importante via che collegava Panormo e Lilybaeum
facevano di questa località il punto di riferimento ideale per i viaggiatori e
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nonché per il commercio dei prodotti agricoli (Figg.47-48).
L’insediamento di Rosignolo (Figg. 46; 49), lungo la valle del fiume
Freddo, sorse in modo improvviso all’inizio del IV secolo d.C. e fiorì senza
interruzioni fino a tutto il VII. La straordinaria quantità di ceramica
rinvenuta e le cospicue tracce di tegole e coppi (in prevalenza del tipo
“striato”), malta e pietre hanno indotto a ipotizzare la presenza di un centro
283 MOLINARI-NERI 2004, pp.109-121.
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VERA 1997/1998, pp. 33-73.
285
APROSIO et al. 1997, pp. 187-193; BERNARDINI et al. 2000, pp. 107-121.
286 Itineraria Antonini Augusti et Burdigalense, (Ed. O. CUNZ) p.12.
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