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               anche  da  un  passo  di  Plinio  il  Vecchio ,  dove  la  civitas  di  Acesta  viene
               nominata  tra  gli  oppida  dell’interno  soggetti  al  pagamento  di  uno

               stipendium.  La  città,  come  nel  caso  ciceroniano,  è  quindi  una  civitas

               vincolata al pagamento delle decime, a differenza di Segesta, la quale faceva

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               parte  delle  cinque  civitates  immunes .  Bisogna  però  affermare  che
               l’attendibilità della fonte non è del tutto sicura, infatti Plinio potrebbe aver

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               erroneamente riportato Acestei al posto di Egestani .
                        Se può dubitarsi dell’interpretazione delle addotte testimonianze, è

               fuori dubbio l’antichità di ritrovamenti archeologici provenienti dall’area del

               castello. Alcuni reperti venuti alla luce nel centro storico potrebbero portare

               elementi  utili  sull’esistenza  e  sulla  continuità  di  un  abitato  antico  poi  in

               seguito  rioccupato.  Nel  1741  sulla  collina,  durante  gli  scavi  per  la

               costruzione del santuario del Santissimo Crocifisso, così come nel 1803 sulla

               sommità  prossima  al  castello  nonché  sul  monte  Tre  Croci  sono  state

               rinvenute  una  serie  di  monete  greche  in  argento  e  in  rame,  delle  città  di

               Palermo,  di  Siracusa,  di  Segesta,  oltre  a  monete  cartaginesi  e  romane  di

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               epoca  consolare  e  imperiale .  Il  ritrovamento  di  queste  monete  colpisce
               soprattutto  per  l’ampiezza  dell’arco  cronologico,  senza  quindi  eccessivi

               vuoti  fra  i  diversi  periodi  cronologici.  Anche  Pellegrino  riferisce  di  aver

               rinvenuto  delle  monete  antiche,  citandone  una  in  particolare:    “  …su  una

               faccia presentava un giovane con in testa un cimiero, una X ed intorno delle


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                          PLINIO,  Naturalis  Historiae,  3,  91:  “Intus  autem  Latinae  condicionis  Centuripini,  Netini,
               Segestani,  stipendiarii  Assorini,  Aetnenses,  Agyrini,  Acestaei,  Acrenses,  Bidini,  Cetarini,  Drepanitani,

               Ergetini,  Echetlienses,  Erycini,  Entellini,  Enini,  Egguini,  Gelani,  Galateni,  Halesini,  Hennenses,
               Halicuenses, Hadranitani, Imacarenses...”.
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                         CICERONE, In Verrem, II, 3, 13: “Foederatae civitates duae sunt, quarum decumae venire non
               soleant,  Mamertina  et  Tauromenitana,  quinque  praeterea  sine  foedere  immunes  [civitates]  ac  liberae,
               Centuripina,  Halaesina,  Segestana,  Halicyensis,  Panhormitana  ”.  Cfr.  anche  PINZONE  2000,  p.  85;  DE
               VIDO 2000,  p.393.
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                         LONGO 1810, p. 190.
                      299  LONGO 1810, p. 214.


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