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foratico. Questi
c am b i a m e n t i
strutturali e
f unzio n a li
consentirono lo
spostamento di posto
di alcune tonnare,
dall’interno dei golfi
alle punte dei golfi,
accrescendo in
qualche modo il
potere di cattura della
tonnare stesse. Una
tonnara di punta fu
quella di P.ta Raisi.
Ciò malgrado anche
questa tonnara
dovette cambiare la
Fig. 8 – Golfo di Castellammare (Sicilia); il vento teso di brezza sposta acqua e tonni della posizione, ma per via
corrente atlantica verso l’interno del golfo (“ammatticata”) accrescendo il potere di catturabilità dell’inquinamento
da parte delle tonnare più interne.
da rumore causato
dagli aerei del vicino
aeroporto, spostandosi più a ponente, per attenuare l’inconveniente. Le tonnare che pescano il tonno
genetico o in via di riproduzione sono dette tonnare da corsa o di andata, in riferimento al comportamento
del tonno che fa la corsa da Ovest verso Est perché ha l’urgenza di sgravarsi e riprodursi e, trattasi ad
esempio delle tonnare della costa settentrionale di Sicilia e delle tonnare sarde, mentre le tonnare che
pescano il tonno post genetico o in fase di ultima emissione dei gameti, vengono dette di ritorno e sono
o erano collocate sulla costa sud siciliana e qualcuna sulle coste marocchine e spagnole. Per quanto
riguarda i tempi della tonnara e quindi il periodo di cattura, va detto che essi erano calibrati sui tempi
di comparsa e di riproduzione del tonno genetico per le tonnare di corsa, mentre per le tonnare di
ritorno si operava nel periodo immediatamente seguente a quello riproduttivo, cioè luglio-agosto.
Concretamente, ad Aprile di ogni anno si disponevano i materiali: reti, rosasi, galleggianti ed ancore
nella aree e nei piazzali prospicienti i magazzini di “marfaraggio”. Ovviamente doveva essere già pronto
il “barcareccio”, cioè il complesso di barche della tonnara (“palascarmi”, cioè i grandi vascelli di testa, le
“mociare”, cioè le barche di guardia alle porte della tonnara ed il “caicco”, cioè la piccola barca che
utilizzava il rais, al centro della camera della morte quando guidava le operazioni di pesca). Comunque,
per la fine di aprile la tonnara doveva essere in mare, pronta per accogliere i tonni. Maggio e giugno
sono, infatti, i mesi interessati alla pesca del tonno genetico. Giugno in effetti corrisponde al picco di
maturità gonadica. Per la fine di giugno la tonnara da corsa poteva essere salpata. Subentravano allora
le tonnare della costa sud siciliana che erano quelle che catturavano il tonno di ritorno cioè con gonadi
in via di svuotamento, ma ancora in grado di consentire le bottarghe, oppure con gonadi già asciugate.
Nelle aree della costa Nord della Sicilia, nelle aree di riproduzione crescevano intanto rapidamente i
giovani nati, quelli che gli antichi autori greci chiamavano “cordili”. La tonnara rappresenta l’attrezzo da
pesca più complesso inventato dall’uomo, che essa comporta l’impegno di capitali di una certa rilevanza
in quanto bisogna disporre di grandi locali a terra, dove ad es. allocare nella stagione morta il barcareccio,
di locali e vasche per la lavorazione degli animali mattanzati ai fini della pesatura, dello squartamento e
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