Page 40 - DaRodda_2014
P. 40

2.4 - Dal Medioevo al 1950


                      Dopo  la  caduta  dell'Impero  Romano  nel  476  d.C.  viene  a  mancare  la

               stabilità sociale e dei commerci. Si susseguono frequenti cambiamenti politici e gli
               scambi  commerciali  assumono  dimensione  locale,  le  rotte  marittime  sono  più

               pericolose a causa della pirateria. Le invasioni barbariche portano con loro nuove
               abitudini  alimentari,  come  la  cacciagione  e  i  prodotti  del  bosco;  per  un  lungo

               periodo il pesce scomparirà o quasi dalle tavole dell'Europa continentale. Maria

               Lucia  de  Nicolò,  storica  della  pesca,  sostiene  addirittura  che,  nell'area
               mediterranea, le attività di pesca vennero abbandonate durante tutto il Medioevo,

               arrivando fino alla perdita delle antiche tecniche, come ad esempio quelle dell'Età
               romana; e che solo in età moderna, cioè dal XIV secolo in poi, ci sarà una ripresa

               del consumo di questo alimento .
                                                 47

                      In  realtà,  almeno  in  alcuni  ristretti  ambiti  locali,  la  pesca  del  tonno  ha
               proseguito  la  sua  evoluzione,  infatti  nell'VII  secolo  d.C.,  sotto  la  dominazione

               araba, si assisterà ad una rivitalizzazione del settore, in particolare con le tonnare
               siciliane, spagnole e nord africane, che raggiunsero il loro massimo splendore tra

               l'VIII secolo ed il X secolo. I canti tradizionali siciliani e la maggior parte della
               terminologia relativa alle tonnare sono infatti di origine araba .
                                                                                48

                      Durante la dominazione Normanna in Sicilia, IX-X secolo, i diritti di pesca

               lungo tutti i litorali vengono concentrati nelle mani del sovrano, tutte le tonnare
               lasciate  dagli  Arabi  vennero  classificate  ed  inventariate,  venne  introdotto  il

               sistema delle decime a favore delle diocesi, di monasteri e santuari (i registri degli
               introiti  delle  diocesi  sono  fonti  importanti  per  ricostruire,  anche  se

               approssimativamente,  le  catture  dell'epoca,  circa  1.000  esemplari  all’anno  per

               impianto);  inoltre  i  Normanni  favorirono  molto  lo  sviluppo  delle  saline,
               indispensabili per la conservazione del tonno.




               47 M.L. De Nicolò «Il pesce nell'alimentazione meditrranea tra il XVI e il XIX secolo.» In “Le interazioni tra
               uomo ed ambiente nel Mediterraneo dall’Epoca Romana al XIX secolo: una visione storica ed ecologica delle
               attivita  di  pesca.  Atti  del  II  Workshop  Internazionale  HMAP  del  Mediterraneo  e  Mar  Nero”.a  cura  di  S.
               Raicevich, T. Fortibuoni, O. Giovanardi R. Gertwagen, Chioggia 2008 pp. 35-45.
               M. Montanari «Uno statuto ambiguo: il pesce nella tradizione alimentare italiana» In “In principio era il
               mare ....pp.7-13.
               48  V.P. Li Vigni e S. Tusa. «Il lavoro del mare lo Stabilimento Florio di Favignana.... cit. p.65
               B. Torrente. «LA MATTANZA pesca sacra», Trapani, 2002
                                                          40
   35   36   37   38   39   40   41   42   43   44   45