Page 33 - LA PESCA NELLA PROVINCIA DI TRAPANI
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gneti (leggenda della vacca di mare, connessa con la ~Grotta azzurr~
<lell'isola di Ustica).
Ma sopratutto il ritrovamento di quell'unico osso attesta che il
mare, in misura assai maggiore di quanto non crediamo, forniva mezzi
di vita alle popolazioni siciliane più primitive. Si è sempre ritenuto che
presso i preistorici la caccia fosse compito dell'uomo, la raccolta dei
molluschi delle donne e dei fanciulli. La pesca in genere non è occu-
pazione tanto faticosa da precludere che fosse esercitata da donne;
riservando la pesca casuale del tonno agli uomini che abitualmente
cacciavano. Ma la caccia della foca non è certamente occupazione
femminile: e se poniamo insieme la caccia alla foca, la pesca del tonno,
la pesca di altri sgomberoidi documentati a Levanzo, abbiamo un in-
sieme di attività connesse col mare, che sono attività maschili richie-
denti tempo ed abilità particolare; così che andiamo facilmente in-
contro all'ipotesi di una specializzazione in attività marittime, da pren-
dere in considerazione accanto alla specializzazione venatoria; e l'ipo-
tesi di rudimentali mezzi dì navigazione, fin dalla preistoria più remo-
ta non ci appare più fantastica, ma plausibile .
• • •
In epoca che possiamo far risalire ai primi due secoli del I mil-
lennio a. C. (1000 - 800) è documentata (non siamo più nel campo del-
le ipotesi) la pesca del corallo: infatti un cornetto di corallo fa parte
del corredo funebre di una tomba scoperta sulle pendici del Monte
Erice, oggi conservato nel piccolo Museo comunale di quella vetusta
città.
Così anche tra noi è documentata in altissima antichità quella se-
rie di miti relativi al corallo che risale alle civiltà Cinese e Indiana e
discende tra noi fino al corallo mezzo di scongiuro, dopo aver attra-
versato la fase del corallo come medicina, nel cui valore credette per-
sino un Falloppio e che ha resistito fino al 1910 nella farmacopea uf-
ficiale del Venezuela e fino al 1915 nella farmacopea ufficiale spagnuo-
la. Il nostro Giuseppe Calvino scrisse:
Nè chiude tomba U musulman, se pria,
a preservarla da maligno spirto,
di corallo non fregi i cari estinti.