Page 34 - LA PESCA NELLA PROVINCIA DI TRAPANI
P. 34
25
Del resto, per i Trapanesi, il corallo fu mezzo di vita, fonte di
un'attività economica che solo da pochi anni è decaduta: non ci stu-
piamo quindi se ne riscontriamo l'uso molti secoli innanzi la nascita
di Cristo (chi sia curioso di conoscere le pittlme cardiocinetiche e le
medicine preservative dalla peste, confezionate con polvere di corallo,
può ricercarle in uno studio del caro, compianto Carlo Guida, pubbli-
cato sul Bollettino Medico Trapanese del 1941).
Ho detto che il corallo veniva pescato; il che importerebbe in epoca
cosi remota l'uso di reti di fondo o da strascico: il fatto in sè non è fuo-
ri d'ogni possibilità in quanto fino ad epoca recentissima il corallo è
stato pescato nel mare di Tramontana, in vista della città di Trapani:
qualche dubbio può nascere sul mezzo. Ma se si pensi che nel primo mil-
lennio a. C. ha già avuto luogo la diaspora egea (leggenda di Enea ed
Anchise), che la navigazione tra il Levante e la Sicilia occidentale è
fatto, diciamo pure, di tutti i giorni e che i nostri protostorici eviden-
temente attardati rispetto agli Egiziani od ai Cretesi, possono aver mu-
tuato la rete dai navigatori levantini. Ad ogni modo, comunque venisse
pescato, il corallo in un corredo funebre preistorico è, secondo me, un
sostituto dell'ocra, equivale al sangue ed ha quindi un valore per lo
meno rituale che, a pensarvi bene, si perpetua tra i nostri contempora-
nei meno evoluti, presso i quali il corno di corallo fa parte del corredo
nuziale.
L'introduzione della rete nella Sicilia Occidentale è stata opera di
popolazioni levantine più progredite? Non possiamo affermarlo nè ne-
garlo: è certo che gli antichi Egizi conoscevano ed usavano la rete.
Ma già i Levanzesi del ciclo di pitture in nero, i nostri pescatori
di tonni, se non provengono dal Levante sono o sono stati, però, in
contatto col levante mediterra:p.eo. Fra i due tonni, infatti, è disegna-
to un quadrupede senza testa che per la mole pare un bovide (Bovio-
Marconi) condotto alla cavezza da una donna raffigurata in una sche-
matizzazione che è tipica del Levante. Altre due donne nella medesi-
ma schematizzazione sono raffigurate altrove. Or quello schema di don-
na a forma di violino o di chitarra senza manico non vale solo per la
figura della donna in genere, ma specificamente è usato nelle culture
egea ed anatolica come immagine della Dea Madre (lo schema non è
che accentuazione delle parti più materne del corpo femminile). Ed