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e la Liguria. Ciò ribadisce un’ancora più probabile connessione territoriale tra N. Africa e
Tirrenide.
Per quanto riguarda la presenza di Trichoniscus matulicii, specie a distribuzione transadriatica,
si può supporre che il suo passaggio in Sicilia sia avvenuto durante uno dei collegamenti
calabro-siculi del quaternario.
Buddelundiella cataractae, come detto prima, ha una distribuzione prevalentemente di tipo
sud-europeo notevolmente disgiunta; per questo motivo e per alcuni ritrovamenti in serre e
in giardini alcuni Autori hanno ritenuto che la sua dispersione sia di origine recente e
operata in gran parte dall’uomo. Ciò può essere accettato per le stazioni in cui la specie è
stata rinvenuta in serre ed in giardini, mentre le altre stazioni possono essere considerate
stazioni relitte pre-quaternarie che farebbero pensare ad un’origine paleoeuropea di questa
specie.
Infine, particolarmente interessante è stato il rinvenimento di una piccola popolazione di
Haplophthalmus abbreviatus in una grotta carsica nella provincia di Caltanissetta; la specie è
considerata vulnerabile in quanto poco diffusa e rappresentata, come nel nostro caso, da
popolazioni molto piccole; per tale motivo è stata inserita nella IUCN red list.
L’esame delle affinità tra Sicilia e Maghreb isole circumsiciliane e sud Italia mette in luce
una scarsa affinità tra Sicilia e Calabria; anche se la fauna isopodologica di quest’ultima
regione è poco nota, le uniche tre specie in comune sono davvero poche e ci inducono a
sostenere quanto detto sopra. Ciò non esclude che ulteriori e più attente ricerche condotte
in Calabria possano, com’è probabile, mettere in evidenza maggiori affinità fra queste terre
così vicine ed isolate da poco tempo.
Esaminando le affinità faunistiche con le isole circumsiciliane emergono invece sempre
notevoli affinità più o meno significative a seconda delle isole e/o degli arcipelaghi.
Tra la Sicilia e l’Arcipelago eoliano troviamo ben 31 specie in comune. Ciò potrebbe fare
sospettare possibili collegamenti territoriali tra qualcuna delle Eolie e la Sicilia, fatto che al
lume delle conoscenze geologiche attuali, non è stato mai ammesso, anche se le Eolie, che
come le conosciamo oggi sono il prodotto di eruzioni vulcaniche pleistoceniche, sembra
che poggino su un antico basamento di natura non vulcanica che probabilmente era emerso
prima e durante gli inizi del periodo eruttivo (Caruso 1973c). E’ quindi possibile che, in
qualche breve periodo, antecedente alla formazione degli apparati vulcanici, tra questa terra
e la Sicilia, sia esistito qualche collegamento e che qualche lembo di terra sia rimasto emerso
per lungo tempo consentendo un certo passaggio di fauna fra i due territori. Ciò non toglie
che un buon numero di specie sia giunto anche sulle neonate isole vulcaniche trasporato
dagli uomini e/o da zattere galleggianti. Questa ipotesi è tanto più credibile se si tiene conto
dell’esigua distanza con la Sicilia. Delle 31 specie in comune, il 19% è rappresentato da
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