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165. L’interesse dell’opera risulta oggi ulteriormente accresciuto dal fatto che, col

                     senno di poi, bisogna constatare che i materiali dell’ALM sono stati raccolti sul
                     terreno in un’epoca in cui le parlate dialettali e il patrimonio lessicale tradizionale

                     erano ancora vitali, immediatamente prima dell’avvento della società tecnologica
                     moderna  e  globalizzante,  che  ha  portato  alla  rapida  obsolescenza  del  lessico

                     settoriale  locale  e  alla  omologazione  della  nomenclatura  tecnica.  L’ALM  era
                     un’impresa  che  richiedeva  un’ampia  collaborazione  internazionale  e  la

                     partecipazione  di  studiosi  e  ricercatori  di  diversi  paesi  del  Mediterraneo.  Il

                     procedere  dell’impresa  era  accompagnato  dall’uscita  del  Bollettino  dell’ALM
                     (BALM), che pubblicava in voluminosi fascicoli annuali resoconti e discussioni dei

                     lavori effettuati, contributi sul vocabolario marinaresco, sulla storia linguistica e
                     culturale  e  sulle  specificità  etnolinguistiche  e  folcloristiche  del  Mediterraneo.

                     Evidentemente, in un’impresa plurilingue di tale natura, che impegnava molteplici
                     raccoglitori con una diversa formazione ed esperti di  domini linguistici tra loro

                     distanti, ci si trovò di fronte a una serie di problemi dovuti alla disomogeneità della

                     rappresentazione del materiale raccolto, ai criteri di trascrizione impiegati e a scelte
                     non sempre felici.

                     Il questionario dell’ALM, redatto in francese e italiano, comprende una scelta di

                     voci attinenti alla terminologia peschereccia e marinaresca in uso nel Mediterraneo,
                     due  diversi  settori  del  lessico  nautico,  che,  pur  essendo  strettamente  congiunti,

                     hanno una propria sfera di impiego abbastanza autonoma da esigere, per la raccolta,
                     l’interrogazione di almeno due informatori, un pescatore e un marinaio. Di ogni

                     voce  del  questionario  il  raccoglitore  registra  secondo  l’uniforme  sistema  di
                     trascrizione fonetica adottato  per l’ALM il termine usato  nel  punto  d’inchiesta;

                     anche delle frasi si trascrive integralmente la corrispondenza dialettale.

                     Il questionario prevede 810 domande riguardanti i termini relativi al mare e alla
                     geomorfologia, agli astri e alla meteorologia, alla navigazione, alla vita di bordo, ai

                     tipi di imbarcazioni, alla pesca e al commercio marittimo, alla fauna e alla flora. Un
                     primo  esperimento  di  cartografazione  venne  compiuto  nel  1971,  con  la

                     pubblicazione  di  alcune  carte  di  prova.  Risale  al  1977  una  pubblicazione  di
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                     Giovanni Ruffino  in cui vengono riportati, accanto ai dati ricavati dall’inchiesta da
                     lui  svolta  a  Lampedusa,  i  risultati  delle  inchieste  dei  punti  siciliani  dell’ALM.



                      7  Cfr. G. Ruffino, Il dialetto delle Pelagie e le inchieste dell’Atlante Linguistico Mediterraneo in   Sicilia,
                        CSFLS, Palermo 1977.
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