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258                               Parte seconda. Uomini e imprese

            Società – che, secondo il marchese Mortillaro, non brillava-
            no per pulizia e comfort – raddoppiò e il volume di merci
            quadruplicò) accresceva gli utili della Società, che peraltro
            nel 1872 riuscì a ottenere modifiche alla convenzione, che
            portavano la percorrenza a 90.588 leghe e le sovvenzioni an-
            nue a 1.760.388 lire, per effetto di un aumento del numero
            dei viaggi settimanali da Palermo a Napoli (5) e da Messina
            a Napoli (3), che compensavano abbondantemente l’aboli-
            zione della linea per Tunisi, doppione della linea esercitata
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            da Rubattino . Inoltre, il fallimento della Società di navi-
            gazione La Trinacria offriva nel 1876 alla Società di Florio
            l’occasione per acquistare, a prezzi di liquidazione e con un
            fortissimo risparmio sui prezzi effettivi di mercato, 13 piro-
            scafi di recentissima costruzione, che le consentivano di far
            fronte con poca spesa ai maggiori impegni assunti con il rin-
            novo delle convenzioni postali dell’anno successivo.
               Costituita nel 1869 con un modesto capitale sociale (4
            milioni) dall’armatore palermitano Pietro Tagliavia, a capo
            di una nutritissima schiera di commercianti locali e di ri-
            sparmiatori, La Trinacria allestì una flotta mercantile mo-
            dernissima, definita ‘preziosa’ per tonnellaggio e qualità del
            naviglio, dotato «di tutte quelle innovazioni che la scienza
            ha trovato di utilità oggi, sia riguardo alle qualità mercanti-
            li e di navigazione che per sistema di macchinari». E tutta-
            via – rilevava la Commissione della Camera chiamata a re-
            lazionare sulla concessione di un prestito alla Società – «non
            v’è forse esempio al mondo di una compagnia di navigazio-
            ne munita di un materiale così adatto e retribuito così par-
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            camente» . La Trinacria in effetti accettava, per le linee con
            il Levante, sovvenzioni governative che poi a Florio furono
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            raddoppiate , con il risultato di dovere continuamente ri-
            correre – anche per la mancata collocazione sul mercato
            dell’intero patrimonio azionario – al credito bancario a in-
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            teressi elevati . Doveva inoltre subire sulle stesse linee la du-
            ra concorrenza della Piroscafi Postali, la quale per crearle
            difficoltà offriva noli più bassi, che invece più tardi, quando
            poté operare in condizione di monopolio, aumentò del
            40%, con la scusa del contemporaneo aumento del prezzo
            del carbon fossile, per il quale però il governo le pagava un
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