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254                               Parte seconda. Uomini e imprese

            che consentì di realizzare con l’esercizio delle linee sovven-
            zionate, l’appalto dei servizi postali contribuì notevolmente
            – e talora in modo determinante – alla crescita di buona par-
            te delle altre attività di Casa Florio, dalla attività armatoria-
            le, che dovette essere grandemente potenziata e lo fu con
            navi acquistate con anticipazioni del governo e dazi doga-
            nali ridotti, alla Fonderia Oretea, che negli anni successivi
            ebbe uno sviluppo impensabile in precedenza, grazie all’as-
            sistenza tecnica fornita alla nuova flotta, e alla stessa attività
            commerciale, che ormai spaziava dalle materie prime ai pro-
            dotti finiti, dai prodotti coloniali ai prodotti nazionali, dai
            cereali al sommacco, agli agrumi, alle stoffe, al legname, al
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            carbone, alla carta, all’olio, alla manna, ecc. .
               Al momento dell’unificazione, la flotta I. e V. Florio com-
            prendeva cinque piroscafi a vapore (Diligente, Corriere Sicilia-
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            no, Etna, Archimede, Elettrico) , che collegavano mensilmen-
            te Palermo-Napoli-Marsiglia (linea non sovvenzionata) e
            Palermo-Trapani-Girgenti, quindicinalmente Palermo-Mes-
            sina-Catania-Siracusa, settimanalmente Palermo-Napoli e
            Messina-Napoli. Non era una grossa flotta mercantile (ap-
            pena 1.200 t), ma in Italia non c’era di meglio, considerato
            che la Transatlantica (Genova) era fallita, la Rubattino (Ge-
            nova) era in grosse difficoltà, la Peninsulare Orientale (so-
            cietà inglese) era prossima alla liquidazione e la Accossato
            (poi Danovaro e Peirano, Genova) non riusciva ad affer-
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            marsi . I servizi postali sovvenzionati del nuovo Stato italia-
            no furono perciò ripartiti tra Rubattino, Accossato e Florio,
            il quale per l’occasione diede vita a una nuova società in ac-
            comandita, la Piroscafi Postali di Ignazio e Vincenzo Florio
            e C. (1861), le cui 4.000 azioni per un capitale di 4 milioni
            di lire (elevato a 8 milioni nel 1865) possiamo ipotizzare ri-
            manessero in grandissima parte nelle sue mani, per effetto
            del conferimento alla società – oltre che del contratto per
            le linee sovvenzionate con il governo – della vecchia flotta
            (mancava l’Etna, affondato a cannonate nel gennaio 1861,
            durante l’assedio di Gaeta), che pochi mesi dopo sarà valu-
            tata 1.144.545 lire, e ancora dei nuovi piroscafi in corso di
            acquisto e – anche se non se ne accenna – della Fonderia
            Oretea . Per quante ricerche abbia fatto, non sono riusci-
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