Page 8 - CANCILLA_1995_2
P. 8

I. I Florio armatori                                 255

        to a sapere quale fosse nel tempo l’esatta quota di parteci-
        pazione azionaria di Florio nella società di navigazione. Al-
        la sua morte, nel settembre 1868, quando il capitale sociale
        era stato già elevato a 8 milioni e ripartito in 16.000 azioni
        da 500 lire, Vincenzo Florio risultava detentore di 8.490 azio-
                                                        22
        ni, che equivarrebbero al 53% delle azioni emesse . Ma a
        parte il fatto che a quella data non tutte le 16.000 azioni
        emesse potevano essere state già sottoscritte, è assai proba-
        bile che altre 2.000 azioni di proprietà Florio risultassero de-
        positate nelle casse della Società a garanzia della carica di
        gerente da lui tenuta, per la quale aveva diritto all’1,5% de-
                    23
        gli utili lordi . Ipotizzando una sottoscrizione pari ai 4/5 e
        10.490 azioni in mano a Florio, la sua interessenza nella So-
        cietà equivarrebbe all’82%, a una quota cioè che rispecchia
        meglio il ruolo da lui tenuto nella vicenda.
           Si ignorano i nomi degli altri soci iniziali, parecchi dei
        quali erano sicuramente coloro che parteciparono a una as-
        semblea del 1864 per approvare alcune modifiche di statu-
        to: Giovanni A. Kaiser, Bernardo Kressner (console di Prus-
        sia), Stefano Donaudy, Michele Raffo, Carlo Morso, archi-
        tetto Carlo Giachery, Agostino Rombo (direttore della sede
        palermitana della Banca Nazionale), Giuseppe Orlando (di-
        rettore della Compagnia), Trifonio Medici (regio sensale di
        commercio), Giacomo Cambria, Vincenzo Giachery, Paolo
        Spoliti (marito di una cugina di Florio), Bernardo Lo Ca-
        stro, Giuseppe Firpo, Carmelo Perrone, A. Damanti, Salva-
        tore Buonocore, Luigi De Pace (genero di Florio), Michele
        Alajmo (regio sensale di commercio), cap. Francesco Cric-
        chio e cap. Giovanni Cafiero (comandante del piroscafo Di-
        spaccio e più tardi della nave ammiragliaVincenzo Florio), cioè
        quasi tutti imprenditori locali con qualche mercante stra-
        niero da anni ormai a Palermo .
                                     24
           Le convenzioni, approvate dal parlamento nell’aprile
        1862 e valide sino al 1877, non assegnavano ancora il primo
        posto alla Piroscafi Postali, che otteneva un percorso di
        37.968 leghe l’anno con una sovvenzione annua di 797.328
        lire (21 lire a lega), a fronte delle 77.684 leghe della Ru-
        battino (sovvenzione 1.547.364 lire) e delle 110.000 leghe
        della Accossato (sovvenzione 3.323.744 lire), ma costituiva-
   3   4   5   6   7   8   9   10   11   12   13