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I. I Florio armatori                                 265

        del Mediterraneo dopo le Messagéries Maritimes di Marsi-
        glia. Le 100.000 azioni emesse – per un capitale di 50 mi-
        lioni di lire (elevato a 55 nel 1885), che ne facevano il mag-
        giore complesso italiano del tempo, alla pari con le maggiori
        banche e società finanziarie – furono sottoscritte per un
        quinto dalla Società Generale di Credito Mobiliare Italiano
        e il resto in parti eguali dai due soci promotori, per essere
        distribuite tra gli azionisti delle due cessate società, le quali
        apportavano beni per 31.433.360,96 lire la Florio, e per
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        25.575.092,88 lire la Rubattino . Rispetto al valore delle
        40.000 azioni sottoscritte, la Società di Florio apportava un
        capitale superiore di quasi 11,5 milioni di lire, che le sarà
        rimborsato con gli interessi negli anni successivi.
           È facile ipotizzare che le 40.000 azioni da distribuire ai
        soci della ex Rubattino finissero ai possessori – in gran par-
        te stranieri, anche se con residenza in Italia – delle 40.000
        azioni sottoscritte appena l’anno precedente (luglio 1880),
        cioè al momento in cui la Rubattino si era trasformata in so-
        cietà in accomandita per azioni: di queste solo 3.000 appar-
        tenevano a Rubattino, 3.000 allo svizzero Rodolfo Hofer
        (marito di una sua cugina e suo successore), 4.515 alla dit-
        ta Rodolfo Hofer e C., e il resto era distribuito tra alcune
        banche di Roma, di Milano, di Genova, di Venezia – i cui
        più importanti azionisti erano spesso stranieri – e tra ditte e
        privati residenti a Genova, Milano, Torino, Roma, Venezia e
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        in un caso a Neuchâtel . Non a torto, perciò, all’indomani
        della costituzione della NGI, al ministro di Agricoltura, In-
        dustria e Commercio risultava che delle 40.000 azioni attri-
        buite agli ex soci della Rubattino, ben 35.000 «sarebbero in
        Svizzera e il resto appena collocato [a] Genova, ossia 5.000».
        Impossibile invece individuare la distribuzione delle 40.000
        azioni tra gli ex soci della Piroscafi Postali, ma allo stesso mi-
        nistro risultava «dai pagamenti dei coupons» che circa 36.000
        (il 90% delle azioni della ex Florio, ossia il 36% delle azio-
        ni NGI) erano nelle mani di Florio «e 4.000 presso i suoi
        amici», di cui purtroppo non abbiamo l’elenco. E «poiché
        uno degli intenti precipui della legge che autorizzava la fu-
        sione era appunto che i capitali della Florio-Rubattino non
        passassero in mani estere», «l’addebito al Florio [– forse la
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