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276                               Parte seconda. Uomini e imprese

            dotto a 8 milioni. Nel luglio 1902 la Società risultava tutta-
            via in liquidazione, a cura di dipendenti di Florio, l’avv. Fran-
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            cesco Raimondi e il rag. Giuseppe Composto . Le navi, ri-
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            levate da Florio, finirono alla NGI .
               Intanto, la NGI era impegnata nella ristrutturazione
            (adozione della triplice espansione per gli apparati motori)
            e nel potenziamento della sua flotta (costruzione e acquisto
            di nuovi piroscafi), che la costringeva a ricorrere anch’essa
            al credito esterno: ottenne infatti in prestito 2 milioni dal
            Credito Italiano e dalla Banca Commerciale nel 1895 e altri
            4 nel 1901 dalla Cassa di Risparmio per le Province Lom-
            barde, con avallo della Banca Commerciale, del Credito Ita-
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            liano e della ditta Rocco Piaggio e F. . E anche se al 30 giu-
            gno 1904, solo 25 delle 102 navi della Società avevano un’an-
            zianità inferiore ai dieci anni, 5 tra 10 e 20 anni e ben 72
            tra 20 e oltre 40 anni , lo sforzo fu notevole, perché il ton-
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            nellaggio della flotta passò dalle 170.678 del 1895-96 alle
            224.142 del 1903-1904 alle 292.604 del 1906-1907, mentre
            contemporaneamente la forza in cavalli passava da 121.522
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            a 169.891 e a 231.487 .
               La ripresa del commercio internazionale negli ultimi an-
            ni dell’Ottocento determinava anche un aumento della per-
            correnza, che, mantenutasi negli anni Novanta quasi sem-
            pre al di sotto del milione di leghe l’anno, con il nuovo se-
            colo si stabilizzò al di sopra del milione; mentre i quantita-
            tivi di merci trasportate passarono dalle 800-900.000 t l’an-
            no a 1.125.846 nel 1898-99, per toccare la punta massima di
            1.286.564 nel 1904-1905, l’anno in cui anche il numero dei
            passeggeri trasportati toccava il massimo di 559.522 unità .
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            La NGI riusciva così a produrre utili e – seppure sottoposta
            a frequenti attacchi contro il suo monopolio – le sue azioni
            riprendevano quota sul mercato borsistico: nel 1903, quan-
            do Piaggio, per dissidi con Florio, lasciò la carica di ammi-
            nistratore delegato, oscillavano da un minimo di 404 a un
            massimo di 450 lire e l’anno appresso toccavano quota 560
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            lire : essa ormai non era più soltanto una impresa maritti-
            ma, ma una vera e propria società finanziaria, con larghe di-
            sponibilità presso banche e un ricco portafoglio titoli. Pe-
            raltro, con la mediazione di un ‘onesto sensale’ come la Ban-
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