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I. I Florio armatori                                 281

        za del principe di Scalea, negli anni successivi continuò a di-
        stribuire utili ai suoi azionisti e dividendi sino al 12% 116 .



        7. Un sogno disperato: dalla Florio - Società Italiana di Naviga-
           zione alla Tirrenia (Flotte riunite Florio-Citra)

           Ignazio Florio non volle mai rassegnarsi e nei decenni suc-
        cessivi coltivò ancora il disperato sogno di ritornare a capo di
        una sua compagnia di navigazione. Nel febbraio 1922, otten-
        ne dalla Banca Commerciale, cedendo in pegno 10.000 azio-
        ni da 100 lire della Florio e C. – Società Anonima Vinicola Ita-
        liana-Milano (SAVI), un credito di 3.600.000 lire, utilizzabile
        per l’acquisto di tre piroscafi in Inghilterra 117 . Si trattava pro-
        babilmente dei tre piroscafi Giovanna Florio, Ignazio Florio e
        Vincenzo Florio, costruiti nel 1920, per i quali nel giugno 1925
        la ditta chiedeva alla Commerciale la cancellazione dell’ipo-
        teca, dietro versamento della somma di 18.400.000 lire, vale-
        vole anche a riscattare le 10.000 azioni della SAVI Florio,
        10.036 azioni Ducrot, 10.766 azioni Villa Igiea e 4.000 azioni
        della Sicula Immobiliare, che la Banca teneva a garanzia del-
        le esposizioni 118 . La cancellazione dell’ipoteca era necessaria
        per potere costituire una nuova società di navigazione, che
        doveva gestire per venti anni, con una sovvenzione annua di
        23.650.000 lire, le linee marittime del Basso Tirreno (tra cui
        la Palermo-Napoli) concesse a trattativa privata il 20 dello
        stesso mese a Ignazio Florio 119 , in ricompensa della sua ade-
        sione al fascismo, la cui lista egli appoggerà fortemente alle
        elezioni amministrative del luglio successivo a Palermo 120 .
           Il 22 dicembre 1925 fu così costituita la Florio, Società Ita-
        liana di Navigazione, con sede sociale a Roma (via dell’U-
        miltà, 43), dove Ignazio si trasferiva definitivamente, e sede
        compartimentale a Palermo. Il capitale sociale di 50 milioni
        era diviso in 100.000 azioni da 500 lire cadauna, sottoscritte
        per 43.500 dalla I. e V. Florio (43,5%), 31.500 dalla Italia-So-
        cietà di navigazione (31,5%), 12.500 dai Cantieri Navali Riu-
        niti (12,5%) e 12.500 dalla Società Franco Tosi (12,5%). A
        parziale pagamento delle loro azioni, i Florio conferivano al-
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