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I. I Florio armatori                                 283

        più con apporti in beni sopravvalutati, ciò che faceva molto
        dubitare della regolarità della sua costituzione. Aggravava la
        situazione l’aumento – per effetto del lungo sciopero dei mi-
        natori inglesi – del prezzo del carburante rispetto al prezzo
        base considerato al momento della firma della convenzione,
        aumento che comportava nel 1926 una maggiorazione del-
        la spesa pari a 1.800.000 lire, che la società sperava invano
        di farsi rimborsare dal governo 122 .
           Ma era il futuro a preoccupare maggiormente. Per far
        fronte agli obblighi assunti con la convenzione, entro il 1928
        la Società doveva sostituire il vecchio materiale galleggiante
        con tredici nuove motonavi (quattro di 4.500 t di stazza lor-
        da ciascuna e nove di 1.500), il cui costo – per effetto degli
        aumenti dei prezzi intercorsi nel frattempo e per la neces-
        sità di dotarsi di piroscafi di maggior tonnellaggio, più ri-
        spondenti alle esigenze reali del traffico, rispetto a quelli
        previsti dalla convenzione – ammontava a circa 245 milioni,
        a una somma cioè di circa 105 milioni superiore a quella
        preventivata all’atto della firma della convenzione, che era
        servita come base per stabilire l’entità della sovvenzione an-
        nua a favore della Società. Inoltre, i costruttori navali, di
        fronte alle forti oscillazioni dei cambi, pretendevano che i
        prezzi venissero fissati «su una base determinata di cambio
        della lira oro e con l’intesa che le somme corrispondenti al-
        le varie rate di pagamento debbano calcolarsi proporzio-
        nalmente alla differenza del cambio dell’oro alle rispettive
        scadenze e in confronto al cambio stabilito come base il gior-
        no della firma del contratto». E intanto il tasso sulle obbli-
        gazioni da emettere per l’acquisto delle motonavi, pari al
        5,5% al tempo degli studi che precedettero la convenzione,
        era passato già al 7%, con un maggior onere annuo di un
        milione e mezzo per i soli interessi. Il maggior costo di ac-
        quisto del nuovo naviglio comportava anche un aumento
        dei premi di navigazione di circa 3 milioni l’anno. In con-
        clusione, tutto ciò si sarebbe risolto in un maggiore onere,
        che l’azienda calcolava in oltre 20 milioni l’anno 123 .
           La risposta del ministro delle Comunicazioni Ciano alle
        sollecitazioni della Società, che chiedeva insistentemente,
        con petizioni a Mussolini 124  e a vari ministri, una revisione
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