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I. I Florio armatori                                 285

        Società “Florio”, ma tenendo conto, nella valutazione della
        spesa di esercizio, delle attuali condizioni della economia
        nazionale e del probabile progressivo miglioramento delle
        medesime, e nella previsione degli introiti, oltre all’incre-
        mento dipendente dallo svolgimento naturale dei traffici,
        anche di quello che deve logicamente attendersi sia dal-
        l’aumentato tonnellaggio, sia dalle maggiori comodità of-
        ferte ai passeggeri, specie con le motonavi destinate alla li-
        nea Napoli-Palermo» 127 .
           Alla sistemazione finanziaria della Società di navigazione
        il commissario del Banco di Sicilia subordinava peraltro la
        sistemazione finanziaria della Casa Florio, sollecitata anche
        dal Tesoro e già concordata. C’era il timore che il fallimen-
        to della prima trascinasse con sé anche la I. e V. Florio, «la
        più vecchia Ditta Siciliana», rilevava il ministro Volpi, an-
        ch’egli preoccupato che la caduta dell’una provocasse quel-
        la dell’altra 128 . Il 3 dicembre 1927 si giunse così a una riu-
        nione collegiale interministeriale al ministero delle Comu-
        nicazioni tra i ministri delle Comunicazioni Ciano, delle Fi-
        nanze Volpi, dei Lavori Pubblici Giuriati e dell’Economia
        Nazionale Belluzzo, con la partecipazione dei generali In-
        gianni e Giorgio Pruneri. La difesa della Società fu assunta
        da Volpi, che però ammetteva che il Tesoro non poteva in-
        tervenire finanziariamente e che la proposta Ciano di assu-
        mere a carico dello Stato l’assicurazione del naviglio era in-
        sufficiente allo scopo. I due ministri Belluzzo e Giuriati e-
        spressero la preoccupazione che un qualsiasi intervento del-
        lo Stato avrebbe avuto presso l’opinione pubblica ripercus-
        sioni negative e Belluzzo, in particolare, chiese che si tro-
        vasse almeno una formula che non desse adito a censure da
        parte dell’opinione pubblica. Ingianni rilevò che una so-
        spensione dei servizi da parte della Florio avrebbe compor-
        tato per l’erario notevoli oneri, dato che si trattava di linee
        che non potevano essere soppresse. Alla fine, fu accettata la
        proposta Ciano, parzialmente concordata in precedenza
        con la stessa Florio e appoggiata da Volpi, di modificare la
        convenzione nella parte relativa alla velocità sulla linea Na-
        poli-Palermo e di istituire due nuove linee sovvenzionate,
        che da un lato comportavano un aumento del numero dei
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