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I. I Florio armatori 279
ca Commerciale si decise a risolvere – diciamo traumatica-
mente – il rapporto con un personaggio che, non dimenti-
chiamolo, dal 1899 continuava a far parte ininterrottamen-
te del suo consiglio di amministrazione, la situazione del-
l’industriale palermitano era ormai da troppo tempo seria-
mente compromessa, anche se lui si ostinava a non render-
sene conto, correndo verso una «rapida rovina», come pro-
fetizzava il direttore della Banca d’Italia Stringher. Stringher
era riuscito con molta pazienza a «mettere insieme un con-
tratto di Consorzio, che – come scriveva a Giolitti – avrebbe
salvato la Casa e che Florio, all’ultimo momento, non ac-
cettò, per fare un contratto che lo condurrà a rapida rovi-
na» 107 . Il progetto consisteva – secondo il presidente del
consiglio di amministrazione della Banca Commerciale, la
quale aveva da recuperare altri crediti per 3.200.000 lire che
la cessione delle azioni NGI non aveva coperto – in un Con-
sorzio tra i creditori, «chiamati a concorrere ad un’ulterio-
re sovvenzione di 5 milioni e mezzo per mettere la Ditta
[Florio] in grado di liquidare alcuni debiti improrogabili»,
in cambio di ipoteca di primo grado sugli immobili di sua
proprietà e del consenso «a delegare a un mandatario del
Consorzio stesso la gestione dell’intero suo patrimonio» 108 .
Ignazio Florio invece si dolse dell’atteggiamento a lui poco
favorevole tenuto da Stringher nell’occasione 109 e non ac-
cettò l’amministrazione controllata, preferendo un’altra so-
luzione che il direttore della Banca d’Italia, come abbiamo
visto, considerava rovinosa; e cioè l’accordo con le ditte Fra-
telli Pedemonte-Luigi Lavagetto e C. di Alessandria e Ange-
lo Parodi fu Bartolomeo di Genova, alle quali, in cambio di
una sovvenzione di 8 milioni, cedette per i sei anni dal 1910
al 1915 il prodotto della pesca delle tonnare di Favignana,
con iscrizione ipotecaria sull’intera isola.
Anche questa operazione finanziaria fu patrocinata dal-
la Banca Commerciale, che concesse alle ditte Pedemonte-
Lavagetto e Parodi una apertura di credito di 4 milioni per
sei anni, ottenendo, oltre a un «congruo interesse», «una
partecipazione negli utili dell’affare e determinate opzioni
pel caso in cui, in qualunque epoca durante il contratto col-
la Casa Florio, le Ditte “Pedemonte-Lavagetto” e Parodi aves-